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JAMovie incontra: Maria Laura Moraci

Oggi su JAMovie vi proponiamo l’intervista a Maria Laura Moraci, giovanissima attrice e regista del cortometraggio Eyes, vincitore  ai Nastri D’Argento 2019 come Migliore Cortometraggio Società e Solidarietà.

 

Ciao Maria Laura!
Domanda scontata forse ma non troppo: quando e come nasce la tua passione per il cinema? C’è stato un episodio in particolare, un film che ti ha colpito?

La mia passione per il cinema nasce in primis grazie a mio padre, che mettendo sky quando ero alle elementari mi ha cresciuta facendomi vedere ogni giorno tantissimi film di diversi generi.
La passione per il teatro invece è merito della mia maestra delle elementari che ci portava sempre da Frascati a Roma alle matinée.
Di attori e film che mi hanno colpito ce ne sono un’infinità ma sicuramente film come Big Fish, Into the wild, I cento passi e V per vendetta mi hanno colpito e contribuito a rendermi la persona che sono.

2) Hai iniziato la tua carriera nel mondo della recitazione giovanissima. Quali sono stati per te i vantaggi e le difficoltà di entrare così presto in questo ambiente? 

In realtà purtroppo credo che iniziare a 17 anni a lavorare come attrice non sia così presto, e mi sarebbe piaciuto studiare recitazione e lavorare già da piccola.
Ci sono tantissimi bei ruoli che mi sarebbe piaciuto interpretare.
Entrando dopo rispetto a tante altre, credo piuttosto di aver avuto più difficoltà perché spesso non sapevo bene come comportarmi essendo inesperta.
Le difficoltà comunque non spariscono mai in questo ambiente, ma è bello anche per questo: ti sprona sempre a fare del tuo meglio, dando il massimo.

3) Pur essendo giovane hai già avuto modo di interpretare diversi ruoli professionali, come quello di attrice, sceneggiatrice, e regista.
In quale ti trovi più a tuo agio? Ti vedi principalmente in uno dei tre in futuro o hai ancora intenzione di portarli avanti tutti in parallelo?

Io sono e resterò sempre attrice. Un’attrice che ogni tanto, da circa 3 anni, fa anche la sceneggiatrice e regista, ma solo quando sento l’esigenza di comunicare qualcosa in particolare di denuncia sociale.
Credo che non mi sentirò mai all’altezza di definirmi regista e sceneggiatrice, anche se ora come ora, ridendo e scherzando, sono arrivata a 5 lavori scritti e diretti da me.

4) Quando e come è nata la tua volontà di dedicarti a opere di denuncia sociale? C’è stato un episodio in particolare che ti ha convinto a seguire questa strada?

Fin da piccola i miei modelli sono stati Cirano, Don Chiscotte, il Che, Falcone, Borsellino, Impastato e Rita Atria e all’inizio credevo che da grande avrei studiato per diventare magistrato, poi una volta cresciuta, fare il liceo classico mi è bastato per capire che non avrei mai più studiato su dei libri ma su copioni e su quello che volevo io.
E ho pensato di poter lottare contro le ingiustizie a modo mio e con i mezzi a me più adatti.
Ho sempre sofferto quando vedevo un’ingiustizia ma ho anche subito reagito per farla cessare.
Nel mio piccolo ci ho sempre provato nel quotidiano, secondo me anche grazie alla visione di film che mi hanno emozionato, insegnato e fatto riflettere, facendomi diventare come sono ora.
Dato che sono immensamente grata di questo, mi piacerebbe poter fare lo stesso.

5) Parliamo del tuo cortometraggio Eyes, presente anche nelle nomination come miglior cortometraggio ai Nastri D’Argento 2019.
Com’è nata l’idea del progetto?

Sì, siamo nella cinquina della sezione Migliore Cortometraggio Società e Solidarietà. Ancora non ci credo.
Comunque l’idea del progetto è nata a metà dicembre 2017, mentre con Elisa Fois e Francesca Aledda lavoravamo sul sensoriale della vista in classe di recitazione alla Yd’Actors.
Qualche giorno dopo ho scritto di getto, in un pomeriggio, la sceneggiatura.
Eyes nasce da un esercizio di recitazione, ma già da quattro mesi avvertivo l’esigenza di raccontare il tema dell’indifferenza e della violenza.
Ad Agosto 2017, saputa la notizia su Niccolò Ciatti, rimasi sconvolta dalla brutalità di quelle tre bestie che lo avevano pestato a morte, ma soprattutto dalla non reazione delle persone attorno.
Il fatto mi ha suscitato molto dolore e rabbia, e così ho deciso di far qualcosa, denunciando l’accaduto con i mezzi che avevo a disposizione, per non farlo dimenticare, e con la speranza che non si ripeta mai più.

6) Che emozione hai provato nel sapere che il tuo corto è un probabile vincitore di un premio così prestigioso?

Un mezzo infarto. Per me essere in cinquina è già una vittoria.
E’ il mio sogno fin da bambina di vincere un premio del genere come attrice, e mai avrei sognato però per un corto scritto, diretto e interpretato da me.
Quindi la realtà sta superando i miei sogni.
E’ bello quando la realtà supera l’immaginazione.

7) Ti preoccupa di più l’indifferenza delle persone o la cattiveria di chi commette atti di violenza contro il prossimo?

Sicuramente la prima perché chi guarda e non reagisce è complice.
Il messaggio principale di Eyes è proprio questo.

8) Com’è stato lavorare con un direttore della fotografia del calibro di Daniele Ciprì?
Qual è stato l’insegnamento più grande che ti ha lasciato?

E’ stato un sogno.
Anche qua la realtà che ha superato l’immaginazione e i sogni perché ho sempre sognato di recitare in un suo film e invece ho lavorato con lui, recitando in un corto scritto e diretto da me, dove lui, immenso Maestro, ha accettato di prender parte come direttore della fotografia.
Senza di lui Eyes non sarebbe stato lo stesso, e sicuramente la cosa che ho imparato è che bisogna rimanere sempre umili anche quando si sta a quei livelli e lui è stato una persona super umile, alla mano e disponibile con tutti.
Stessa cosa il colorist Andrea Baracca (Red).

9) Com’è stato lavorare con tutto il resto del cast?
Come riesce una giovane regista di 25 anni a dirigere persone più grandi di lei? Raccontaci un episodio simpatico avvenuto durante le riprese.

Quando ho girato Eyes a gennaio 2018, avevo ancora 23 anni e non ho sentito onestamente la differenza d’età con nessuno della troupe perché sono abituata da sempre a relazionarmi con persone adulte.
Una grande palestra è stata sicuramente vivere per 3 anni l’esperienza del Teatro Valle Occupato in cui sono stata tra le occupanti dai 17 ai 20 anni.
Infatti ora credo di avere quasi più amiche sopra i 35 anni che coetanee.
La maggioranza comunque del cast artistico di Eyes è composto da giovanissimi. Bravissimi attori sconosciuti che spero facciano tanta strada perché se lo meritano.

Episodi simpatici sono più legati alla pre-produzione perché io l’ho anche autoprodotto e quindi sono andata personalmente a trattare con tutti, compreso Harald Buggenig, gentilissimo della D-Vision per la macchina da presa ecc.
Una cosa che mi fa ridere ripensandoci, è ricordare quando sono andata dal sindaco di Frascati, Roberto Mastrosanti per chiedergli i permessi di suolo pubblico e di far spostare una fermata intera che rappresenta il capolinea di tutti i bus Schiaffini e Cotral provenienti da Roma Anagnina e da tutte le cittadine dei Castelli Romani.
Sembravo una matta e qualsiasi persona sana di mente non ci avrebbe neanche provato a chiederglielo e invece l’ho fatto e lui ha accettato. Sarò grata in eterno anche a lui.

10) Facci il nome di un attore e/o di un regista con il quale sogni di lavorare in futuro.
Come giudichi l’attuale situazione del cinema italiano?     

Ma sai che di solito ogni volta che uno risponde a queste domande puntualmente non si avvera mai?! 😛 Dai, provo a non esser superstiziosa.. Sicuramente tra i registi: Luchetti, Vicari, Munzi, Garrone, Virzì, Bruni, D’Alatri, Moretti, Uzzeo, Castellitto, De Matteo, Mieli, Verdone, Golino, Mainetti, Andò, Bellocchio, Riso, Giovannesi, Marra, Veronesi, Placido, Sollima, Cupellini, Messina, Ozpetek, Rovere, Muccino, Grimaldi, Danieli, Guadagnino, Salvatores, Tornatore, Campiotti e Genovese.
Ovviamente non sono in ordine di importanza.
Li amo tutti per ragioni diverse ma potrei continuare la lista perché ce ne sono davvero molti altri.
Di attori sicuramente: Marinelli, Germano, Borghi, Riondino, Stuart, Servillo, Trinca, Aragonese e Gerini.
Non è un caso che ognuno di loro ha fatto diversi film con i registi sopra. Il cinema italiano è pieno di grandi talenti e non ci finiscono mai di stupire.
Bisogna solo lasciarli esprimere.

11) Chi è Maria Laura Moraci nella vita di tutti i giorni e cosa ti rende felice oggi?

Una ragazza che ama uscire: mostre, concerti, giocare a biliardino e a scacchi.
Mi rende felice recitare sopra ogni altra cosa.
Ballare.
Fare foto.
Mi rendono felice i bambini a cui insegno judo dai 2 anni e mezzo ai 13 anni.
Poi l’amore, l’amicizia, la mia famiglia, mia nonna e il mio cane.

E per finire, un saluto speciale:

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

‘Rest..In..Peace’