Home Serie tv Catch-22 – Chi è veramente il pazzo?

Catch-22 – Chi è veramente il pazzo?

«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»

Il paradosso del Comma 22 non è altro che la riformulazione del paradosso del mentitore di Aristotele. In funzione narrativa è stato aggiornato alla irragionevole logicità militare nel celebre romanzo del 1961, Catch 22 di Joseph Heller, dal quale è stata tratta questa miniserie tv. Dietro il progetto c’è ovviamente George Clooney, che oltre a produrre, dirige e si ritaglia il ruolo del tenente Scheisskopf.

Siamo in Italia durante la seconda guerra mondiale. Il 18 maggio 1944 gli alleati bucano la Linea Gustav. Dopo la conquista di Roma da parte della 5ª Armata statunitense il 4 giugno 1944, si assestano lungo la Linea Gotica, poderosa linea difensiva fortificata, voluta dai tedeschi per difendere l’Italia settentrionale. Praticamente una serie di obici che sparavano a vista qualsiasi bombardiere americano provasse a sorvolare l’appennino tosco-emiliano.

Tra i giovani aviatori assegnati alla missione di conquistare la nostra penisola, c’è John “Yo Yo” Yossarian. Antieroico capitano ventottenne dell’aeronautica militare statunitense, divenuto in seguito uno dei simboli del movimento pacifista USA negli anni ’60.

Un pavido combattente che si rende conto nel corso della storia della surrealtà di quel conflitto, anzi della guerra in generale e soprattutto dei vertici in comando. Yo yo infatti ha una precisa quota missioni, un numero di voli e bombardamenti da fare, ma ogni volta che si appresta a terminare, il comandante in capo rilancia la posta e fa salire quel numero maledetto. Per Yo yo è l’inizio di una serie di disavventure che lo porteranno a trovare le più improbabili giustificazioni per non salire sui bombardieri ed essere riformato. Magari per pazzia! Ma tutti sanno che il Comma 22 è una macchina perfetta. Nel frattempo Yo yo vede i suoi amici morire, e la guerra che sembrava ad un passo dal chiudersi, arenata a un passo da Bologna.

Girata in varie località dell’Italia, tra cui Viterbo, Sutri e Sardegna, questa serie ha molto a cuore il romanzo originale, la potenza del messaggio e l’ironia di fondo. Per questa ed altre ragioni Catch – 22 nasce come opera perfetta per il “Clooney touch”.

Parliamo di quella balorda eleganza smart tutta Rat Pack, che abbiamo ammirato in molte delle sue sorprendenti prove dietro la macchina da presa. Film come Good Night, and Good Luck., Le idi di marzo ma anche con Leatherheads e Monuments Men. Alla luce di queste pellicole, non sorprende un prova come quella di Catch 22, anzi ne sembra la logica collocazione televisiva. Certo parliamo sempre di un dramma bellico ma c’è molta scanzonata ironia (basta guardare il primo dei 6 episodi). Inoltre Clooney non dimentica di dispensare alcune piccole perle storico politiche camuffate da twist narrativi o personaggi. La carrellata di soldati semplici, “Maggiori Maggiori”, affaristi nati e improbabili vertici militari, sembrano essere il campionario americano per eccellenza. Stereotipi di un paese che per orgoglio e interessi economici si è reso politicamente e militarmente protagonista del secolo breve di hobsbawmiana memoria.

Nel cast il bravissimo Christopher Abbott nel ruolo del protagonista, Kyle Chandler, Hugh Laurie e il nostro Giancarlo Giannini.

Splendida la colonna sonora rétro con firme come Nat “King” Cole, Benny Goodman, Glenn Miller, Vera Lynn e ovviamente Marlene Dietrich che con la sua meravigliosa “Let’s Call It A Day” chiude simbolicamente l’ultima scena della serie.