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Io sono nessuno – La recensione

Hutch Mansel (Bob Odenkirk) è un uomo comune, remissivo, padre di famiglia che lavora per il suocero e il cognato. Un perfetto Mrs Nessuno che passa le sue giornate monotone e ripetitive tra lavoro, casa e jogging abbozzando colpi da una vita come tante.

Un giorno Hutch subisce una home invasion da due sprovveduti delinquenti locali. Nessun danno per fortuna, tranne il fatto che viene ancora una volta sbeffeggiato dal poliziotto di turno, dai vicini e dalla famiglia. L’unica persona che sembra provare un incondizionato amore nei suoi confronti è la piccola figlioletta, che in occasione della rapina perde un amuleto a lei cara.

Sembra un pretesto da poco, ma è quanto basta a far scattare in Hutch la sete di vendetta e la voglia di riprendersi l’orgoglio perso. L’uomo affronta prima i malviventi e poi, per un incontro fortuito, anche un gruppo di russi, incazzati, violenti e ubriachi.

Ma qui il film scopre le carte e mostra un Hutch molto diverso dall’apparenza.

Io sono nessuno (Nobody) è la seconda pellicola diretta da Il’ja Najšuller, frontman del gruppo indie rock Biting Elbows, che sei anni or sono non era passato di certo inosservato con Hardcore!, action movie girato interamente in soggettiva.

“Io sono nessuno” è adrenalina pura.

Dopo un inizio compassato, nel giro di pochi minuti inizia un forsennato action fatto di sparatorie, inseguimenti, espedienti registici mozzafiato, montaggio serrato, piani sequenza che lasciano senza fiato e tanto, ma tanto divertimento.

Soprattutto Nobody ha un chiaro marchio di fabbrica: Derek Kolstad, sceneggiatore della serie di John Wick, con la quale il film condivide molto.

Il volto sornione e il corpo da impiegato statale di Bob Odenkirk (Better Call Saul) è la cosa più lontana dalla fisicità statuaria ed omoerotica di Keanu Reeves, semmai ricorda di più la laconica ironia di un Bruce Willis d’annata. Ma la differenza tra i due film di Kolstad si ferma qui, perché Io sono nessuno e John Wick giocano la stessa partita, quella del giustiziere della notte, dall’improbabile minacciosità, al quale è meglio non pestare i piedi.

Ottimo il cast che oltre al buon Saul Goodman si avvale anche di Connie Nielsen, Michael Ironside, RZA, Aleksej Serebrjakov e Christopher Lloyd, al quale Najšuller e Kolstad regalano forse una delle migliori scene del film.

Action dopato, ipercinetico, artigianale, fracassone e popcornaro, con qualche luogo comune e una narrazione lineare, perfetta per un’esperienza videoludica esaltante e divertente.