Il cinema americano è da sempre strutturato in generi ben definiti, prigioniero di quei valori, di quella morale, di quel classicismo da cui è difficile sfuggire. I più grandi registi del passato e del presente possono essere facilmente catalogabili all’interno di queste categorie, nessuno escluso.
E poi ci sono loro, l’eccezione alla regola, i fratelli Coen, l’Off-Hollywood per eccellenza. I loro film, non fanno nulla per sembrare profondi, non vantano alcun senso morale, o un SENSO più in generale. Eppure il loro cinema non è di facile lettura, assolutamente, men che meno da interpretare. Un cinema che sfugge totalmente ad ogni categoria. Forse la loro grandezza sta proprio in questo, di fare opere minori (?) apparentemente prive di un significato logico, ma questo non vuol dire che i loro film difettino di stile o di un’impronta registica riconoscibile anzi, tutt’altro. Un film dei Coen lo si riconosce subito, fin dalla prima inquadratura.
L’unica differenza tra i due sta nel percorso di studi, l’uno, Joel, il maggiore, è laureato alla scuola di cinema, mentre l’atro, Ethan, in filosofia. I ruoli appaiono ben delineati: Joel alla regia, Ethan alla sceneggiatura. Ma ben presto, fin dagli esordi, questa separazione non appare più tanto così tanto netta: è come se i due fratelli si fondessero in un’unica persona, un’unica testa… Impossibile capire dove finisca Joel ed inizi Ethan… Con il tempo sono diventati una cosa sola, un marchio: i fratelli Coen.
BLOOD SIMPLE(1984), ARIZONA JUNIOR(1987), CROCEVIA DELLA MORTE(1990), BARTON FINK(1991) rappresentano i loro inizi. Appare fin da subito che i Coen stanno cercando di reinventare un genere, precisamente quello noir, contaminandolo con elementi da black comedy e con un macabro grottesco, insieme ad una visione totalmente nichilista della vita umana. È un assoluto successo di critica.
Ma è con FARGO(1996) che i Coen sbancano definitivamente, seconda Palma d’Oro portata a casa e l’Oscar per la sceneggiatura più altre innumerevoli nomination non fanno altro che consacrare i due terribili fratelli come i registi più geniali della loro generazione.
Il 1998 è l’anno del loro capolavoro assoluto, IL GRANDE LEBOWSKI racconta le avventure di Drugo (indimenticabile Jeff Bridges) un reduce hippy invischiato suo malgrado in situazioni più grandi di lui. Si passerà poi a FRATELLO DOVE SEI (2000) l’odissea di tre evasi nel Mississippi degni anni 30’. Con il magnifico bianco e nero di L’UOMO CHE NON C’ERA(2001) arriverà per loro la meritatissima terza palma d’Oro per poi passare alle opere meno fortunate della loro filmografia PRIMA TI SPOSO E POI TI ROVINO(2003) e soprattutto LADYKILLERS(2004).
Il resto è storia moderna dall’incetta di Oscar per NON È UN PAESE PER VECCHI(2007) all’ultimo bellissimo INSIDE LLEWYN DAVIS(2014): l’ultimo indimenticabile perdente della loro magnifica galleria di personaggi.