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Halloween, bentornato (?) Michael Myers – La recensione

Laurie Strode si confronta finalmente con Michael Myers, il serial killer che l’ha traumatizzata da quando è sopravvissuta alla sua furia omicida nella notte di Halloween di ben quaranta anni prima.

Sono passati quattro decadi dal capolavoro di John Carpenter “Halloween – La notte delle streghe” e da quel giorno, nel corso degli anni, si sono avvicendati in modo più riuscito, e molto meno, ben nove capitoli. Oggi arriva l’undicesimo film della serie, sequel diretto del primo che va a cancellare tutto quello successo nei vari capitoli. Che fortuna!

Prodotto dallo stesso Carpenter, “Halloween” è un ottimo film slasher non solo solido in ogni suo lato, ma molto rispettoso e innamorato del cult che lo precede. La sceneggiatura di David Gordon Green, Danny McBride e Jeff Fradley delinea in maniera ottima tutti i personaggi ed è interessante come si intrecciano queste tre generazioni di donne. Si parla molto di trauma ed è palpabile negli occhi non solo di Laurie Strode, ma anche di sua figlia che è cresciuta con una madre piena di incubi e paure. Curioso, anche se non proprio condivisibile, il parallelismo tra la final girl e il serial killer e molto gustoso qualche colpo di scena e qualche strizzatina d’occhio al primo film.

Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) in trouble
“Halloween” inizia mettendo con calma le carte in tavola, evolve come il migliore Carpenter e finisce come il migliore Peckinpah.

Questo film è divisibile tranquillamente in tre parti: la prima ci fa incontrare sopravvissuta e killer con qualche new entry, la seconda ci presenta in maniera assolutamente, e volutamente, fredda e cruda le uccisioni (certe scene sono da antologia) e nella terza troviamo la resa dei conti. Un’ultima mezz’ora assolutamente meravigliosa, una sorta di western in casa, un’indimenticabile gioco di gatto e topo ad altissima tensione dove il regista sceglie di non mettere musica.

La regia di David Gordon Green non brilla di personalità, ma è (con) centratissima, ottima e ci regala tanti bei momenti. Sa come creare tensione, orrore, emozione (quando Michael si rimette la maschera è uno dei tanti) senza tralasciare i rapporti umani. Omaggia devotamente il capostipite e noi siamo contenti.

Jamie Lee Curtis e Judy Greer
“Halloween” è uno slasher che ha qualcosa da dire e non si ferma a mera trovata commerciale. E’ un film che sfida i cliché (notare l’utilizzo degli armadi) e non si ferma a semplice susseguirsi di vittime andando più in profondità. Lo spettatore a un tratto si trova quasi a empatizzare col serial killer freddo, malato, spietato.

Ottimo il cast capitanato da una magnifica Jamie Lee Curtis in grande spolvero, seguita dalla sempre brava Judy Greer relegata nel cinema americano a ruolo di mamma apprensiva, anche se qui ha una bellissima evoluzione. Degna di nota anche la giovane Andi Matichak nei panni della nipote di Strode. Come detto sopra, è molto bello e interessante come vengono gestiti i loro rapporti e le tre attrici hanno una chimica pazzesca insieme. Non una, non due, ma ben tre final girls che lottano contro il male. Quel coltello alla fine? Wow!

Everybody say cult! CULT!

Finalmente, dopo ben quaranta anni, abbiamo un altro film di Halloween che non soccombe vicino al meraviglioso capostipite. Un nuovo cult da vedere e rivedere ancora, ancora e ancora subito dopo aver visto il cult number one!

VOTI FINALI
voto
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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!