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Cocaine – La vera storia di White Boy Rick – La Recensione

“-La nascita di tua sorella non era programmata e onestamente neanche la tua, ma alla fine ce la siamo cavata!

-Papà tua figlia è una drogata e io cago in un sacchetto.

-Beh che devo dirti, sono ottimista”

La prima cosa che hanno fatto i distributori italiani è stato quello di cambiare il titolo da “White Boy Rick” in Cocaine – La Vera Storia di White Boy Rick.

La cocaina e le armi sono di certo al centro dell’attenzione e l’autore del film Yann Demange lo dichiara nei primi secondi con un riuscito opening musicale affidato al classicissimo Cocaine Blues di Johnny Cash e una carrellata su una delle tante fiere per armi usate e/o in offerta che troviamo negli States.

La storia è vera ed è tratta dallo screenplay di Logan Miller in collaborazione con Noah Miller e Andy Weiss. Il cast è di quelli importanti, ovviamente Matthew McConaughey, che continua la sua fortunatissima nuova stagione professionale iniziata con Killer Joe di William Friedkin nel 2011. Quindi nelle parti dei suoi due figli il giovane Richie Merritt e la bravissima Bel Powley (unica cosa decente nel Mary Shelley della al-Mansour). Quindi a sorpresa Jennifer Jason Leigh, Bruce Dern e per chiudere in bellezza Piper Laurie, proprio lei la Margaret White di Carrie. Alla produzione impossibile non notare il nome di Darren Aronofsky. La regia come dicevamo affidata al franco britannico Yann Demange alla seconda opera prima dopo il sorprendente ’71 (se vi capita dategli un’occhiata).

Siamo a Detroit, nei primi anni ’80. Qui chi non si buca, si fa di crack e se sei fortunato ti rovini con la cocaina. Insomma le probabilità di vivere oltre i 18 anni se fai parte di una gang sono fottutamente basse.

La famiglia dei Wershe ha un’idea tutta sua di far soldi. Secondo i dettami di Richard Wershe Sr. È meglio lasciare lo spaccio agli sbandati e al massimo vendergli solo le armi. Poi però si mette di mezzo l’FBI e pagarne le spese è il figlio Richard Wershe Jr. Che nel giro di pochi anni passa dal piazzare qualche “storia” in accordo con i federali per facilitarne il loro lavoro nel recuperare i pezzi grossi del giro, a diventare proprio lui un boss. La trasformazione del giovane è veloce ma affatto indolore, soprattutto nel rapporto con la sorella e con padre. Perchè alla fine White Boy Rick è un classico film di droga e di spacciatori ma è soprattutto un film sul rapporto padre figli. Tema centrale di tutta la pellicola.

Quindi questo film va bene se cercate qualcosa di simile a Blow, anche se è meno patinato. Va bene se vi è piaciuto Soldado, il sequel di Sicario firmato da Stefano Sollima, anche se c’è meno componente action. E va bene se vi è piaciuto Sucker Free City di Spike Lee per l’aderenza e il linguaggio di strada.

Non abbiate aspettative troppo alte e alla fine passerete una serata cinematograficamente più che dignitosa.