Michael (Stephan James) e Ray (Taylor Kitsch) sono due criminali professionisti e il colpo che li attende sembra un gioco da ragazzi.
Ben armati ed addestrati i due, dovranno entrare in un locale, rubare un paio di pacchi di cocaina e uscire senza sparare un colpo. Ma questa non è la loro nottata e si ritrovano con un carico di droga che neanche Pablo Escobar e nel bel mezzo di una carneficina di poliziotti. Tutta la città, dal dipartimento di polizia, stampa e cittadini, vuole la loro testa.
I primo provvedimento è quello di chiudere i ponti dell’isola di Manhattan (da qui il titolo originale 21 Bridges). Sulle loro tracce Andre Davis (Chadwick Boseman) detective tutto d’un pezzo e con un forte senso della giustizia ereditato dal padre eroe, deceduto pochi anni prima. In coppia con Frankie Burns (Sienna Miller) agente della narcotici, inseguiranno i criminali scoprendo ben presto che di mezzo ci sono interessi e personaggi ben più pericolosi dei due giovani ladri.
City of Crime è un film ad alto budget (33 milioni di dollari) camuffato da B-movie.
A produrre la pellicola niente di meno che (rullo di tamburi) Anthony Russo e Joe Russo, autori della saga di Captain America e degli Avengers. A dirigerlo invece c’è Brian Kirk, novellino sul grande schermo, ma veterano nelle serie televisive (Il Trono di Spade su tutto). Il regista tiene il ritmo energico e scorrevole grazie ad una sceneggiatura molto semplice (anche troppo) che ruba dai classici action ed heist movie anni ’90. L’immediato referente stilistico di Kirk è Michael Mann e a conferma di ciò il giovane autore inglese si avvale di Paul Cameron alla fotografia (Collateral).
Chadwick Boseman (l’eroe di Black Panther) e la bella Sienna Miller rimangono sempre un passo indietro ai loro personaggi, principalmente per la scarsa profondità psicologica dello script. Finanche J. K. Simmons nel ruolo del capitano Matt McKenna sembra un po’ svogliato.
A testimonianza del fatto che City of Crime è sicuramente una pellicola old school diretta con mano ferma e senza troppi giri di parole, ma che purtroppo non riesce ad emozionare e a creare empatia con lo spettatore. Colpa di una storia troppo prevedibile e prudente e senza un antagonista degno di questo nome.