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Cinema: intervista al regista Giovanni Pianigiani!

Una breve premessa all’intervista di Giovanni…

Ciao carissimo! Se non ti spiace vorrei dirti una cosa prima delle tue domande. E cioè che il mio più grande rammarico finora è stato quello di non essere riuscito a girare nemmeno un film sugli argomenti che più mi piacciono e che meglio conosco. La gente reale, la vita di strada nei quartieri, così come l’ho vissuta nel mio rione di San Giovanni a Trieste e poi per 16 anni a Centocelle. Gli impicci di strada, gli amori, le violenze, le speranze. Amo tantissimo Ken Loach e i suoi film forti e pieni di vita. Ho scritto tante storie “realistiche” ambientate in periferia, tra ragazzi skin che cercano di sopravvivere con orgoglio, stranieri che cercano l’amore e la comprensione, stronzi che creano impicci nei vicoli bui dei quartieri. Ho scritto anche una commedia con degli africani come protagonisti, ho vissuto 16 anni con due amici carissimi del Marocco e del Congo, e conosco benissimo la loro fatica a vivere lontani da casa, in un altro pianeta. E la mia commedia è credibillissima, perché conosco la materia di prima mano. Ma l’ambiente del cinema “normale” è chiuso nei suoi privilegi, non ti vuole, specie se hai qualcosa da dire. Ricordo una famosa regista “impegnata” che voleva fare un film sui centri sociali e sapendo che li frequento mi chiese di parlare. Arrivai nella sua casa da ricca, col maggiordomo, mi chiese ampollosa di parlarle dei “ragazzi ribelli”. io col cazzo che le dissi qualcosa, vaffanculo! “Tu non sei dalla mia parte!”. E per loro l’horror e il cinema di “genere” sono degli strani pianeti di cui non capiscono nulla. Ma furbi come sono capiscono che è un bel ghetto dove mantenere relegati i registi strani. Ok, scusa, vai con le domande!!

Buongiorno Giovanni! A che età è nata la tua passione per il cinema, e con quali film?

Dal prete a Trieste, nella sala della parrocchia: tutto il ciclo di Godzilla, almeno un Daleks, vari western all’italiana, Afyon Oppio di Baldi, e il film che ci ha terrorizzati tutti: Catastrofe di Muraki. 1975, avevo 13 anni, e mi cagai sotto. I due ultimi sopravvissuti deformi che si contengono l’ultimo verme della terra… Poi a 14: Taxy Driver. I film di Anghelopulos alla sala dell’Italnoleggio Cinematografico. Pasolini, Antonioni.

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Nell’82 al cinema Aurora (ora sala dei testimoni di Geova): L’aldilà di Fulci: boom…’horror entra nella mia vita (Fulci, Bianchi, Bergonzelli, Lenzi, ecc). In sala morivamo di paura in cinemascope! E via a doppio binario Pasolini-Carpenter-Herzog-Cronenberg-Wenders-Mario Landi.

Ti sei laureato con una tesi sulla trilogia dei morti viventi di George A. Romero!! Con ciò hai già guadagnato tutta la stima di Jamovie! Ci puoi parlare di questa cosa?

800 pagine di tesi, 400 su Romero e 400 di appendice sul morto vivente in letteratura e cinema. Sinceramente, una figata, mi è riuscita benissimo. Analizzo la trilogia individuando in essa la prima manifestazione al cinema dell’orrore nel mondo digitale: divisione tra vivi e morti, rimozione della morte, caduta di tutti i riti e i simboli, corpi merce del mondo capitalistico. Poi confronto questa analisi con TUTTI i film usciti a partire da White Zombie fino agli italiani (Fulci e Co.) e ai nuovi americani. Anno 1991. Poi Romero ha girato altri bellissimi seguiti, però la mia analisi penso sia ancora validissima!!

Sei stato documentarista RAI per progetti che riguardavano gli argomenti più disparati: dai piercing alle preghiere mussulmane! Ci puoi parlare di queste tue esperienze?

Era la fine degli anni ’90 e in giro c’erano ancora un po’ di quattrini. La Rai del Friuli Venezia Giulia mi ha prodotto un ciclo di 5 mini-documentari intitolato “Videomakers”. Io andavo con Video 8 Hi band e basta dove loro non potevano arrivare. E’ stato divertente vedere in onda i documentari sul piercing in cui una ragazza spiegava il piacere sessuale del piercing stesso. Oppure sui tatuaggi, o ancora sul gruppo metal dei Rhapsody con tanto di spade sguainate. Uno dei corti era sulle 5 preghiere quotidiane di un giovane donna marocchina: le 5 preghiere fanno da grandissimo collante sociale, si prega e si beve il te insieme, se una delle preghiere salta si può recuperare.

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La sera poi non sono assillati dalla frenesia di uscire a tutti i costi. Di sera si può vivere il Terzo Tempo, dopo quello del lavoro e della preghiera: il tempo del riposo e del relax, pensando alle proprie cose e a quelle degli altri. E l’anno dopo ho girato un film di 47 minuti sulla comunità serba di Trieste, durante i bombardamenti Nato in Jugoslavia. Grappa, palacinke (omelette), calcio, lavoro: un popolo tosto che sa anche prendersi in giro e ha tanta voglia di darsi da fare per uscire da tanti dolori. Poi è cambiato il direttore della Rai, sono finiti i soldi e ciao documentari Rai!

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Non solo il cinema, ma anche la musica ha un ruolo importante nella tua vita. Hai girato molti documentari riguardanti alcuni gruppi metal e grindcore, molti appartenenti alla scena musicale della tua città, Trieste. Ce ne puoi parlare un attimo?

In realtà ho fatto un solo documentario sul rock triestino che si chiama “Trieste se ci sei batti un colpo…di Rock!”. E’ stato commissionato dal Comune, anche se quelli dell’MSI non volevano pagarci perché “il rock non è cultura”. Sono 58 minuti con 9 gruppi, dal surf al thrash, alla new wave al punk, al punk elettronico. Alla prima il teatro era pieno e ci hanno portati in trionfo dicendo “no se come quei coioni de rai tre!”. Ancora adesso il film è un mito in città! Nel 2011 invece ho girato “iiiiiiiiiiiiiiiiiiii”, un musical grindcore assolutamente debordante, con gruppi di grindcore elettronico triestini!!

Al Rojo Sangre a Buenos Aires l’hanno così presentato: “El director de la mitica Nella notte ne desmantela el cerebro con el primiero grindcore musical de la istoria! Funcion (visione) no apta a almas sensibles!”. E a proposito di documentari nel ’93 ne ho fatto uno in Istria, “Otavio”, nel momento del passaggio dalla Jugoslavia alla Slovenia e Croazia. Nel ’96  ho girato “Sempre Skins!”, sui ragazzetti fascisti delle discoteca Macunba di Roma: mezz’ora agghiacciante!

Consideri la tua città, Trieste, una città “telegenica” e “cinematografica”?

“Cinematografica” si, “telegenica” no! Niente di piccolo borghese-carino-aiuoline. Invece è: Carso-architettura austriaca-bora-osmize (trattorie).

Ci puoi raccontare invece della tua esperienza cinematografica nella Bologna “underground” degli anni 80??

Forse il più bel periodo della mia vita. Barba, capelli lunghi, frequentavo i centri sociali tra  crani pelati, creste, una vitalità mai vista altrove. Sono diventato amico dei Raf Punk e insieme abbiamo girato un paio di film ispirati a de Sade e a John Waters. Usavamo il super 8 e tutti nell’ambiente ci hanno aiutato. Ricordo la cantante dei Contropotere che mi teneva la luce da mille e svanita com’era a momenti si dà fuoco ai capelli. Quando me ne accorsi borbottò tranquilla che non era così grave.

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I contenuti erano “politici”, ma sviluppati in maniera super freak-creativa. Per dire: la punk che si innamora dello yuppie ma lui esce con lei solo per trombarsi la macchina (di lei). Trombarsi nel vero senso della parola! E allora ecco la battaglia finale tra macchina e punk! Robe così, con Helena Velena, Laure de Lauris. Pinuccia Rami. I primi due dei Raf Punk, e Pinuccia bravissima disegnatrice e chitarrista delle Building Bacteria. E anche Steno e Ui Ui dei Nabat, Daniele dei Megatherion. E poi vicina a noi c’era sempre Grog, batterista a suo tempo dei Sottocultura e artista. Bella gente!!

Il tuo esordio nel lungo avviene con NELLA NOTTE, a mio parere un bellissimo film. Come è andato il tuo esordio?

Avevo lavorato nel porno pe’ tira’ a campa’ e anche per divertirmi e Lorenzo Onorati, in arte Lawrence Webber, si fece convincere da me a darsi all’horror. Lui girò un corto violentissimo scritto da me e io aggiunsi e girai altri due capitoli della stessa storia. Ed ecco Nella Notte. Non è mai stato distribuito dalla Minerva e ha partecipato al Rojo Sangre di Buenos Aires dove lo calcolano un film di culto. Al Fantafestival i professionisti dell’insulto si diedero da fare, ma il film è una fracassona avventura vampiresca che è difficile da disturbare. Veramente succede di tutto in quei 75 minuti.

E’ molto violento, ma anche non sadico, e qui viene fuori il mio “problema” con l’horror: non mi piace la violenza fine a se stessa, lo scivolare del genere negli anni verso il torture. I miei personaggi femminili sono sempre mostrati con affetto e non come vittime da denudare e ammazzare. Da qui la frequente accusa di “buonismo” da parte di tanti. Ma chi cazzo se ne frega!!! Il film ha anche un “delizioso” retrogusto porn a causa del tipo di doppiaggio e anche perché in tanti venivamo da quel genere. Gli attori invece sono “veri” attori dalla bellissima Iuliana Ierugan alla bravissima Linda Di Pietro.

Successivamente giri DARKNESS SURROUNDS ROBERTA, un lungometraggio horror che ebbe un buon successo di pubblico e critica…

Girato a Caserta che spacciamo per Firenze, e tutti ci cascano, ah ah!!! Produttore esecutiva di Bruno di Marcello e della sua Gothic con cui girerò tutti i film successivi, prodotto da Joe Zaso di New York. Attori italiani, l’inglese Eileen Daily, due americani tra cui Joe. Joe l’avevo conosciuto sul set di Demonium di Andreas Schnaas, dov’ero aiuto regista. E siamo rimasti in contato. Lui ama i gialli italiani e le ambientazioni italiane. E così abbiamo messo su questo film che omaggia Corbucci, Batzella, Bergonzelli, Argento.

15219371_10207230935404504_5471962220908598738_nTrama contortissima e, spero, con finale a sorpresa. Non è andato ad un festival uno, però ha venduto parecchio. I film americani hanno un proprio mercato e una audience. Sono anche andato a presentarlo alla Fangoria Convention a Chicago. E’ un film che amo e come tutti i miei film parla di solitudine, parla della notte, dell’oscurità attorno a noi. Penso sia un film commovente. E anche molto sexy e morboso!!

Nella tua ricca e variegata carriera artistica hai preso parte a varie collaborazioni per film antologici: RED MIDNIGHT, P.O.E. – POETRY OF EERIE e FINCHE’ MORTE NON VI SEPARI. Ci racconti nei dettagli come sono andate le cose?

RED MIDNIGHT viene dopo Nella notte e prima di Darkness. E la prima cosa fatta con Joe e Bruno, un episodio ambientato a Roma e girato un mese prima della morte di Woytila. Ed è veramente blasfemo, realmente estremo come concetti, religioso in senso luciferino. Girato anche al Forte Prenestino, dove quando ci videro attaccare alla parete una svastica si misero le mani nei capelli non sapendo se menarci o ridere. In realtà è stata una bella avventura al Forte. FINCHE’ Morte NON VI SEPARI è un horror a episodi sulla crisi di coppia.

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Il mio episodio, Embryo, si ispira alla Magda di Verdoniana memoria, succube di un marito anche lui molto Verdoniano. E’ una commedia cinica, che si basa sulla grande performance di Giorgio Filonzi e Yassmin Pucci, due attori che ho usato molto. E’ quello che è piaciuto di più a mia madre, perché ci ha trovato cose vere, il film è girato da tre padri di famiglia, l’unico single ero io, ma insomma un film fatto da “adulti”, che conoscono le dinamiche di cui parlano. Gli altri registi sono Bruno di Marcello, Alfredo Arciero e Gianluca Russo. Anche qui, pur tra i sogghigni, parlo di solitudine, parlo di un personaggio femminile che tenta di salvarsi.

LA CANZONE DELLA NOTTE: per il sottoscritto uno dei tuoi migliori film…

E’ questo è un film TUTTO sulla solitudine, la notte, il silenzio, il desiderio, il bisogno di avere qualcuno accanto. In realtà è anche un musical perché contiene 8 canzoni originali che ho scritto con Leonardo Cesari. E queste canzoni sono narrative, portano avanti la storia ambientata in un night dove vive un cantante che non ricorda il proprio passato, dove arriva una maledizione misteriosa, dove arriva una misteriosa splendida donna asiatica (Yassmin Pucci di Darkness ed Embryo), un film che non sembra di genere fantastico, ma poi lo diventa.

Lo ha prodotto Frank Amore, un cantante dalla voce profonda, dal look transgender seppur molto maschile. E’ bello vederlo così virile e così femminile tra le due splendide coprotagoniste che si innamorano di lui. Alla faccia dei razzisti che se la prendono  con le coppie “miste” e transgender. E’ uscito anche in una sala a Roma e siamo stati al Cinematografo di Marzullo. Un recensore su un sito si è scandalizzato perché volevo spacciare un “effeminato” per un “tombeur de femme”. L’ambiente dei fanatici dell’horror è scivolato MOLTO a destra.

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Hai voluto dire la tua anche nel sottogenere degli horror “natalizi”, con CHRISTMAZ…

Più che altro è un nostro esperimento nell’ambito dei found footage movies. Girato con Bruno di Marcello usando i telefonini. Di nuovo a Caserta e…Toronto! Il film narra l’invasione degli zombie ed è a sua volta un film, che come narrazione si sposta anche in Canada via web. A Toronto abita (anche nella realtà) la bellissima, bravissima e da me amatissima modella-cantante Kelly Abbass, che si trova a condividere le vicende della lontana Caserta. Le sue parti le abbiamo girate di notte via web. Il marito la riprendeva con la sua telecamera, poi uploadava in una pagina privata. Se andava bene downloadavamo!! Ah ah!!

Insomma è la storia di ‘sti ragazzini casertani un po’ figli di buona donna che bulleggiano coi telefonini e si ritrovano a riprendere un’apocalisse. Ci sono commedia regionale, webcam erotiche, zombie di Natale. Secondo me è una genialata, un vero film “globale”! Da vedere assieme agli amici per divertirsi!!

Ci racconti qualcosa del tuo piccantissimo corto horror BERENICE, girato in P.O.V.?

E’ un progetto con la mia diva Stefania Visconti, modella e attrice transgender, piena di talento e ironia. Abbiamo immaginato che Poe girasse un POV con Berenice. Io e lei e una telecamera. Niente altro. Quando sarò libero da impicci personali gireremo altri episodi per un film che si intitolerà “Edgar Allan POV”. Ancora lavoro sui generi, come nella canzone della notte!

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L’ALTRO DEGLI ULTIMI GIORNI, ancora un corto, ma molto particolare, perché si tratta di un video-arte sulla Prima Guerra Mondiale ! Ci puoi spiegare meglio le finalità del progetto?

Tutto altro! Ho dovuto andarmene da Roma per problemi economici e personali. Tornato a Trieste per fortuna ho incontrato un gruppo di video artisti, di artisti multimediali con i quali mi trovo benissimo. Fanno un’arte a volte ostica, ma sono schietti e non se la tirano. Uno di loro, Guillermo Sampietro, ha girato un lungo di videoarte-fantascienza di serie b chiamato Muffe, in cui delle muffe invadono Trieste in maniera psichedelica (e in cui “recito” pure io). Questo progetto invece lo sto facendo con lo scultore/pittore/videoartista Davide Skerlj e con l’attore/performer Andrea Neami, si tratta del primo capitolo di un lungo incentrato sulla Prima Guerra.

Abbiamo preso e destrutturato un testo basilare di Karl Kraus: “Gli ultimi giorni dell’umanità”. Il testo mette in luce tutte le dinamiche della guerra come business capitalistico, è attualissimo pur essendo stato scritto nel 1921. Il nostro approccio è ovviamente serio, visto l’argomento, ma anche molto dissacrante, pieno di trovate attoriali, performative. Ovviamente non girerà in dvd o nelle sale, ma nelle gallerie d’arte. Avevo voglia di liberarmi un po’ dalla dittatura della sceneggiatura. Abbiamo girato il secondo capitolo e siamo arrivato sui 25 minuti. Dobbiamo girarne altri quattro!!

Oltre ad essere un regista e documentarista, sei anche un poeta. Sei riuscito a pubblicare le tue poesie?

Si! Alcune si trovano su Verde Rivista, una bellissima rivista in linea che potete trovare anche su Facebook. Per il resto, sta tutto in un file, chi ha letto mi ha detto che sono belle. E’ roba molto potente, ci metto cose personali, ma creo anche mondi strani…

Ma non finisce qui: hai scritto pure sceneggiature per film porno e dialoghi per soap opere!! Siamo molto curiosi…

Nel ’96 avevo vinto un European Script Fund con un progetto “serio”, Tvrda Glava. Stavo per firmare il contratto come sceneggiatore (parecchi soldi) quando esce un film di un famoso regista con trama abbastanza simile e addirittura delle scene uguali. Siamo stati scaricati dai produttori, addirittura tacciati di aver copiato,pensa un po’. Per cui eccomi disoccupato.

Per fortuna Helena Velena mi ha dato vari telefoni di gente del porno e Alex Perry (Alessandro Perrella) mi ha commissionato due sceneggiature all’istante. Il film più bello tra quelli sceneggiati da me è The Consenting Husband – Col consenso del marito di Alex Perry. Ha una trama un po’ in stile Polselli, un po’ di trama. E’ l’unico in cui non mi hanno massacrato la sceneggiatura in doppiaggio.

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Comunque mi è servito moltissimo, facendo anche l’aiuto ho imparato a gestire un set in cui si girava un film in pellicola in 5 giorni. Però non c’erano santi di far passare storie diverse: solo ville, maggiordomi, donne chic. Soltanto in Spy Connection e The two policewomen di Mark Colly prodotti da Onorati ci sono malavitosi e anche una sparatoria. Ma il doppiaggio ha massacrato tutto, e quello con la sparatoria non vendeva a causa del sangue. Super venduto invece “La reporter”. Comunque una esperienza “eccitante” nel senso più dolce del termine, ho un ricordo tenero di tante attrici, divertito di tanti attori con il cazzo sempre in mano. E i registi Alex Perry, Mark Colly e Lawrence Webber erano dei signori, niente a che vedere con certi altri figuri viscidi.

Riguardo il tuo amore per la grappa slovena di 50 gradi?

Mi mancava a Roma!! E’ fortissima ma non ti frega, ne bevi una e sei a posto!

Quali sono i film italiani che hai apprezzato di più negli ultimi anni?

Sono interessato a qualsiasi film italiano horror indipendente, ma sono anche conscio che siamo ancora lontani da una qualità media soddisfacente. Ma non fa niente, l’importante è migliorare, e crescere anche a livello anagrafico. Insomma da “fans” diventare registi un po’ disincantati. Per il resto non c’è nulla, mi fermo a Mery per sempre, al limite Ragazzi Fuori. Il cinema della vicina Slovenia è invece strepitoso, sembrano incapaci di fare un brutto film!!

Stai lavorando a qualcosa di nuovo? Magari ad un nuovo lungometraggio?

Finisco “L’altro degli ultimi giorni” ed “Edgar Allan POV”. Poi c’è un film realista ambientato nei rioni popolari di Trieste che vorrei fare assolutamente! Ciao!!