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Ciclo Coen – BURN AFTER READING

Il titolo italiano non lo dico.

L’analista della CIA Cox, un John Malkovich semplicemente mostruoso, viene licenziato per problemi di alcol. Cox, come dice il nome, è un individuo pomposo, misantropo, che non si rende conto nè di essere un alcolizzato, nè tantomeno cornuto.
L’amante di sua moglie è Pfaffer, un Clooney che si diverte a punzecchiare pubblicamente, uomo dallo sconfinato elenco di nevrosi.

Con cosa hai detto che fa rima il mio nome!?
Con cosa hai detto che fa rima il mio nome!?

Pfaffer va a letto praticamente con tutto quello che si muove, nonostante ami la dolce e mansueta mogliettina; ha la sua lista di frasi fatte e aneddoti pronti per intortare la gente, guarda i pavimenti quando entra in casa d’altri; gira con in macchina il materasso da kamasutra; non avete idea di cosa costruisce nel tempo libero in garage.. insomma è un playboy, ma di malcelata insicurezza, che dopo ogni prestazione sessuale se ne deve andare a fare una corsettina.

Fra le sue spasimanti, c’è Linda (Frances McDormand determinata come in Fargo, ma decisamente più scema), dipendente della palestra Hardbodies e disperatamente bisognosa di migliaia di dollari in ritocchi estetici; tra il suo capo innamorato di lei, e il collega Chad – Brad Pitt, talmente cretino da risultare commovente- come è possibile dar spazio a tutti senza fare un bel casino?

E difatti è un bel casino: il cd-rom con le memorie di Cox che finisce alla Hardbodies,

LA SCENA
LA SCENA

una Linda bisognosa di soldi, insieme a un collega scemo con troppi film di spionaggio visti a curriculum fanno il resto; parte la catena di stupidità che porta a chiedere un riscatto in cambio del cd.
Tra fraintendimenti e pedinamenti multipli, cosa ci resta di Burn after reading? Certo non la storia, ma alcune interpretazioni splendide -Malkovich istrione, da standing ovation la scena del licenziamento; Brad Pitt davvero bravo nella parte dell’istruttore tutto bici, drink energetici, parole non sue e LA SCENA DEL NASCONDIGLIO- e la morale ormai rimarcata dei Coen inerente la nostra stupidità e avidità.

Una commedia, certo, neanche la più riuscita, ma il finale oltre che tirato un po’ via  lascia tra le  risate dell’amaro in bocca. Se persino il capo della CIA rinuncia a capirci qualcosa, e Linda ottiene ciò che vuole, causando volente o nolente una miriade di morti!

ciclo coen- burn after reading03
Cosa abbiamo imparato? Che non lo rifaremo. Ma cosa?!??!

 

 

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.