Nel mondo DC Universe c’era gran fermento. Archiviati Batman, Superman e Wonder Woman, con Shazam! In uscita nel 2019 e Cyborg previsto per il 2020, l’attesa era tutta per il one man show di Arthur Curry, alias Aquaman.
Per il suo nuovo film la Warner non lesina impegno: regia a James Wan – una filmografia composta principalmente da horror se non per l’unica parentesi di Fast & Furious; CGI a profusione, con moltissime scene ambientate nel mondo sommerso di Atlantide; effetti ottimi e grandissimi attori: Nicole Kidman, Patrick Wilson, Willem Dafoe.
E poi i protagonisti: Jason Momoa, a suo agio nei pochi panni bagnati di Aquaman, e Amber Heard, la giovane atlantidea Mera desiderosa di salvare il proprio mondo ma anche la terraferma, minacciata dalla sete di vendetta del Re di Atlantide Orm, fratellastro di Arthur.
Ma è bastato questo per rendere il film un valido prodotto di intrattenimento? Diciamo Nì.
Perché Aquaman è sicuramente un agglomerato di effetti strabilianti, che rendono le rutilanti due ore e più di durata del film godibili, come in un videogioco appena iniziato e che, pertanto, crea grande curiosità. La storyline è lineare, nel tipico tòpos dei film del genere: eroe, minaccia, scontro, risoluzione – con un pizzico di love story che non guasta mai.
Ma allo stesso tempo il film si perde spesso e volentieri, con inserimenti quasi forzati o superflui come l’infinita ricerca del tridente del Re Atlan o la linea narrativa di Black Manta, sicuramente necessaria per introdurre il personaggio per produzioni future ma mai realmente amalgamata con le vicende della lotta tra Atlantide e la terraferma.
Così come non convince il gruppo atlantideo: dal Vulko di Willem Dafoe al personaggio di Re Orm – nonostante l’ottima prova di Wilson, deciso a conquistare a tutti i costi il mondo emerso e soprattutto a vendicarsi del fratellastro, simbolo del tradimento della madre,
Il pacchetto Aquaman nel complesso funziona e fa il suo dovere, con scene spettacolari e bei momenti visivi, ma non riesce a dissipare le debolezze di una pellicola che ci acceca grazie agli effetti straordinari. Per non permetterci, però, di vedere la mancanza di fondamenta se non solide almeno un po’ stabili, troppo spesso traballanti in termini di caratterizzazioni, storia e purtroppo recitazione.
Jason Momoa si diverte un mondo ed appare chiaro fin dalle prime scene, ma tutto il suo – sebbene assolutamente apprezzabile – physique du rôle non basta a rendere Aquaman qualcosa di più di un mediocre superhero movie.
Articolo a cura de La Sposa