Sono Gideon Reeves, e siccome sono sfondato di quattrini compro un distretto e anniento la criminalità di Chicago da oggi a domani.
Una frase molto simile a questa è il succo della serie APB – A tutte le unità.
Trama per alcuni aspetti troppo esile per altri con grande potenziale.
Un ingegnere milionario a capo di un’azienda che sforna tecnologia a palate rimane vittima insieme al suo migliore amico di un agguato di una banda locale nel 13° distretto a Chicago. Lui sopravvive, ma il suo amico muore.
Al milionario allora girano talmente le balle che con i soldi che ha decide di comprare non un buon investigatore, ma il 13° distretto, che ha un’organizzazione e una tecnologia così avanzata come un fax nel 2017.

Auto super rinforzate e capaci di guidare anche senza pilota, teaser a distanza.
Armi super tecnologiche, tute antiproiettili super resistenti.
E una app, chiamata APB, dove i cittadini possono interagire nel denunciare crimini e rendere molto più semplice i casi della polizia.
Per Gideon i soldi non sono un problema.
Ne ha a palate, ma vuole trovare chi ha ucciso il suo amico.
Nel frattempo si accontenterà di aiutare il 13° Distreto a risolvere più casi ed a conoscere più a fondo uno dei migliori poliziotti del 13°, l’agente Teresa Murphy (Natalie Martinez).
La serie ideata da David Slack e che vede in cabina di regia Len Wiseman e Duane Clark partiva sotto qualche buon auspicio.
La tecnologia estrema, e non molto distante dal suo vero livello attuale, messa a servizio di un distretto mal organizzato e con poche risorse. Per il bene della comunità.

Più che buona l’idea di unire tecnologia e lotta al crimine.
Un’idea che però non trova poi seguito in più di un elemento in APB.
Primo. La struttura delle puntate. Sempre la stessa, sempre troppo superficiale. Caso principale, caso satellite, nuovo giocattolo inventato da Gideon, risoluzione caso secondario, risoluzione caso principale.
E finisce li.
Murphy insieme a Gideon ed al giovane geniaccio di Ada (Caitlin Stasey) pensano al caso principale.
Mentre il duo formato dagli agenti Brandt (Taylor Handley) e Goos (Tamberla Perry) pensa a quello secondario.
Per il resto APB è poco o nulla di più.
Il miliardario interpretato da Justin Kirk è ironico, fa sorridere, sembra sempre avere la soluzione pronta. Murphy è l’esatto opposto, sempre ligia al dovere, alla famiglia. Normale che si pensi a qualcosa tra loro che però viene gestito male durante tutta la stagione.
Alcuni personaggi e storie secondarie arrivano e spariscono senza motivo.
Come la vicenda dell’ex marito di Murphy e la relazione tra Gideon e Lauren (Kim Reaver).
Puntate che diventano troppo prevedibili come struttura ed esito. Il finale di stagione prova un po’ a risollevare quella grande atmosfera di noia e sbadigli che le rimanenti puntate creano in maniera abbastanza facile ma non basta.
E’ un gran peccato perchè il tema di come combattere la criminalità con la tecnologia, di come risollevare le sorti di un distretto ormai allo sbando, e di come la cittadinanza e la autorità vedano di buon occhio o no un miliardario che si erge a paladino della giustizia potevano essere temi da analizzare meglio e con migliori risultati.
Il finale di stagione non basta sicuramente a salvare tutto quello che è venuto prima. Avremo ancora un’altra stagione di APB.
Oddio…….chiamate la polizia!