Alien: Covenant non è un brutto fillm, ha solo un grande difetto: c’entra ben poco con Alien.
Forse è il titolo che inganna, sarebbe bastato averlo chiamato Covenant, senza pretendere nulla più di un anello di congiunzione tra Prometheus e l’effettiva saga sugli Xenomorfi.
Invece, quello che ci spetta in sala è un film dove le famose mostruosità partorite dalla mente di Giger fanno poco più di una comparsata, mentre è David a farla da padrona.
PESANTI SPOILER
Il David/Fassbender è affascinante, ammaliante e, per il tempo di un battito di ciglia, promiscuo. Ben presto, le pompose citazioni e l’indomabile desiderio di aspirare a qualcosa di più per cui è stato creato lo mostrano per quello che già da Prometheus era tutt’altro che accennato: il male.
Cade forse qui il lato più interessante dell’operazione post (o più correttamente pre) Alien: un cerchio della morte, che parte dagli Ingegneri, nostri datori di vita, venuti all’estinzione per un androide, creato egli stesso dall’uomo. E allo stesso modo, un secondo cerchio di morte che colpisce, se si pensa al capostipite del ’79, in cui vediamo l’umanità a repentaglio per un abominio giunto alla perfezione assassina tramite piglio malvagio e scientifico di una creazione stessa dell’umanità.
FINE PESANTI SPOILER
Purtroppo, dietro questa epica e alcune scene panoramiche obiettivamente d’effetto c’è poco altro.

Che la crew dell’astronave sia carne da macello è abbastanza scontato, ma questo non è un buon motivo per dedicare un minutaggio che rasenta lo zero per trasmettere empatia verso di loro (e no, un prologo da guardarsi a parte non conta). Il body count è elevato, ma i personaggi se ne andranno senza lasciare traccia, tra morti più o meno stupide e una final girl a dir poco ovvia.
Certamente l’interpretazione di Fassbender è doppiamente notevole nella parte di un androide troppo simile a un uomo e a tratti affascina nelle tematiche, ma, diventando il vero protagonista del film, si rende partecipe anche dell’unico colpo di scena dello stesso, di una banalità sconcertante.
Se dunque Covenant va valutato come un episodio nel piano machiavellico di David, è allora sensato che gli altri personaggi siano puro body count, ma ciò non toglie che avrebbe fatto piacere non averne la piena consapevolezza appena passati i titoli di testa.
Difficile dire, quindi, cosa sia preferibile tra i mille dubbi di Prometheus e le risposte deludenti di Covenant.