Alice sta per compiere diciotto anni, ma non sembra affatto pronta a crescere. Un tuffo nell’inconscio, un viaggio alla ricerca di una rinascita.
Uscito lo scorso 28 Dicembre direttamente su Amazon Prime Video, Alice and the land that wonders è l’opera prima di Giulia Grandinetti, ottima attrice italiana di provenienza teatrale. Un film che ha già vinto, giustamente, numerosi premi in festival internazionali e che avrebbe meritato un’uscita cinematografica.
Già da come vengono presentati i titoli di testa sappiamo che ci troviamo davanti a un prodotto originalissimo e bizzarro, ma molto intelligente. Lo spettatore inclina la testa per cogliere le lettere che compongono il titolo, scendendo insieme ad Alice nel paese che si meraviglia, per poi leggere il cast come partecipanti di una diretta instagram.
Partiamo dal presupposto che questo film è un viaggio autoriale nella psicologia di una ragazza e come ogni partenza, lo spettatore deve predisporsi a questa visione che stimola il cervello all’ennesima potenza. Inizia subito a gamba tesa, quasi che stordisce, si fa fatica all’inizio a cercare di cavare un ragno dal buco, ma poi sta a chi guarda trovare l’uscita più affine alla propria sensibilità. Grandinetti ci accompagna all’ingresso e ci prenderà solo alla fine!
L’arte è fatta di stimoli e Alice and the land that wonders ne dà in continuazione.
Non c’è un tempo morto, né una scena fine a sé stessa. Ogni minuto è sfruttato alla perfezione e la visione non annoia. Bisogna avere solo pazienza di sciogliere questo groviglio di sensazioni, emozioni, supposizioni. Come vedere una mostra d’arte, una serie di quadri dove ogni creazione è legata all’altra e non puoi giudicarla singolarmente.
Alice and the land that wonders è una delle più riuscite opere prime che ci ha regalato il cinema italiano negli ultimi anni.
Quello che colpisce da subito è la grande cura nell’estetica e nei dettagli con una bellissima fotografia di Valerio Martorelli, per il quale ha vinto al Montreal International Wreath Awards Film Festival e delle scenografie suggestive. E’ già ben chiara l’identità autoriale di Grandinetti, molto interessante il suo occhio e il suo modo di raccontare questa storia di crescita.
Alla fine dei conti Alice and the land that wonders è un racconto di formazione, una ragazza che non vuole crescere, ma deve farlo, lasciando indietro una parte che non morirà mai definitivamente. E’ bellissimo cercare di mettere insieme questo puzzle, scena dopo scena, mentre le linee temporali si uniscono e la componente più onirica diventa sempre più delirante e bizzarra! Irresistibili i siparietti molto colorati della famiglia di Alice.
Ottima la scrittura che regala spesso dei dialoghi notevoli, che colpiscono.
Chiara la provenienza attoriale della Grandinetti anche per come dirige con attenzione il buon cast dove spicca l’ottima Veronica Baleani, una Alice perfetta. Interprete intensa con uno sguardo che cattura, è bravissima nel dare tutte le sfumature al personaggio: incredulità, stupore, ma anche tristezza e male di vivere. Un film recitato veramente bene dove è inutile fare figli e figliastri. Arrivano a segno anche i ruoli più piccoli come lo spassoso Tommaso Arnaldi come Dodo (presente su Amazon Prime Video anche come protagonista di GG Turbo) e Massimiliano Vado come papà di Alice.
Degne di menzione, però, Maria Vittoria Argenti nel ruolo dell’Alice nella storyline onirica, Azzurra Rocchi come Gatto e le gemelle Ilaria e Silvia Gattafoni, rispettivamente Pin e Pam, impeccabili. La presentazione delle sorelle come una cosa sola che, aprendosi, mostrano i loro volti in maniera simmetrica come le macchie di Rorschach è uno dei momenti più belli e suggestivi di tutto il lavoro.
Concludendo, Alice and the land that wonders è un film ambizioso, che spara in alto, ma che può farlo e ci riesce alla grande. Un’opera prima che, nella buona e nella cattiva sorte, porta lo spettatore a riflettere. Una cosa non da poco!