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Venezia 75: Ricordi? – La Recensione

E’ vero che sono i francesi a detenere il monopolio sui film di qualità quando si parla di storie d’amore?
Non è affatto vero.
Perchè anche noi italiani sappiamo imitarli e superarli anche di tanto con le nostre produzioni.
L’ultimo regista ad esserci riuscito è stato Valerio Mieli, che proprio in questi giorni ha portato in anteprima a Venezia 75 il suo film Ricordi?, presentato nella sezione Giornate degli Autori.

Uno stupendo lavoro di regia, sceneggiatura e montaggio in cui attraverso appunto i ricordi del titolo viviamo una parte della relazione tra i due protagonisti, interpretati da Luca Marinelli e l’esordiente Linda Caridi.
Sembra una cosa già vista, scontata.
Non è affatto così.
Si perchè il regista italiano naturalizzato francese crea una pellicola che non utilizza i già conosciuti flashback e/o rimbalzi tra passato e presente nella maniera in cui li conoscete.
Il film è semplicemente un flusso, il flusso dei due protagonisti che attraverso le loro vicende e i loro ricordi appunto ci immergono nei loro pensieri, nelle loro angosce, nelle loro speranze, nelle loro gioie e nei loro dolori.

Marinelli e la Caridi in una delle scene iniziali del film

Ed il tutto è montato proprio con lo stesso processo di quando noi ricordiamo qualcosa: il tempo di un lampo, che si intromette in quello che stiamo pensando, vivendo e osservando nel preciso istante in cui quel ricordo riaffiora.
Tecnica non semplice da portare sullo schermo e che fa del montaggio di questo film il suo punto di forza assoluto.
Dal primo all’ultimo minuto della pellicola siamo completamente immersi nella soggettività emozionale dei due protagonisti.
E ciò che vediamo non è quello che i due vedono, ma gli attimi che essi ricordano, rivivono, che come un ricordo dura un attimo, veloce, e che spesso, come viene anche ricordato nella pellicola, non coincide esattamente con ciò che veramente è accaduto.
Perchè il ricordo può anche essere distorto, a causa di come noi lo abbiamo interiorizzato, assorbito, rielaborato.

Quella di Mieli è una lezione sulla memoria all’interno del linguaggio filmico, in cui il regista è aiutato dallo strepitoso lavoro nel montaggio di Desideria Rayner e dalle ottime interpretazioni di Marinelli e della Caridi.
Introverso e ombroso lui, solare e sorridente lei, i due ci porteranno in un viaggio emozionale all’interno della loro relazione, mostrandoci ogni aspetto della sua evoluzione.

E la conferma che il cinema italiano in ottima salute.
Sotto tutti i punti di vista.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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