SLAM - TUTTO PER UNA RAGAZZA

FESTA MOBILE


Slam-Tutto Per Una Ragazza condivide con Piuma tema e alcune scelte stilistiche. Ci sono gli adolescenti, gravidanze inattese, genitori più immaturi dei figli.
Il terzo film di Andrea Molaioli non condivide però con la commedia di Roan Jhonson lo stesso sentiero; un percorso che là puntava tutto sul grottesco pensando che bastasse a sostenere una storia. In Slam questo non accade, anche le battute più facili, i momenti stralunati non cadono nella banalità ma sono parte di un cammino, di un quadro generale molto chiaro.

Sam è una ragazzo con la passione per lo skateboard con tante avventure che lo aspettano all’orizzonte, la voglia di proseguire gli studi al contrario di sua madre (e sua nonna) che lo ha avuto a 16 e come spesso ha sentito dire gli ha stravolto la vita.
Tutto cambia quando anche lui sempre a 16 aspetta un bimbo dalla sua ragazza Alice. Cosa fare, come comportarsi? “La maledizione” della sua famiglia sembra averlo colpito, è pronto a rinunciare ai suoi sogni, ad assumersi questo incredibile impegno? A sentire il padre, un Luca Marinelli che si conferma egregio caratterista, una soluzione potrebbe essere sparire, scappare da un futuro programmato.

Sam non fugge, anche se ci prova, ma viaggia temporalmente creandosi percorsi di vita che gli appaiono reali oltre a confidarsi spiritualmente con il padre degli skater  Tony Hawk che dalle pagine del suo libro parla a Sam di una vicende simile da lui affrontata.
La narrazione non è solo un cammino di crescita e consapevolezza per gli adolescenti ma si integra con i vissuti dei propri genitori, come la madre-amica di Sam, Antonella, il cui profilo è gestito con estrema disinvoltura da Jasmine Trinca.
Il film risulta accattivante per un pubblico giovane: ha un proprio registro, mostra l’intesa, le attese degli adolescenti, l’ardore fisico di due giovani amanti, ma è capace di fare leva anche sugli adulti sottolineando con misura quanto certe dinamiche, i pensieri esternati superficialmente dai genitori possono destabilizzare i propri figli.

Sam ha il coraggio di provare questo salto, come se fosse l’acrobazia sullo skate che sembra irrealizzabile, un salto che lo spinge a vivere la sua vita secondo i propri istinti e desideri, scegliendo di essere libero oltre il già scritto.
Con una regia vitale Andrea Molaioli realizza una commedia sulla genitorialità e sulla propria identità leggera, fresca e non scontata.

Articolo precedenteTorinoFF 34: Between Us – la recensione
Articolo successivoTorinoFF 34: Free State of Jones – la recensione
Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -