Home Rubriche Horror Tope in pericolo : “Cannibal diner” (2012)

Tope in pericolo : “Cannibal diner” (2012)

Il filone dei cannibal movies, di cui l’Italia è stata pioniera sin dagli anni 70’ con pellicole che ancora splendono di luce propria, è ritornato all’attenzione degli spettatori con l’ultimo lungometraggio di Eli Roth, “The Green Inferno”. La pellicola ha suscitato un po’ di nostalgia nel sottogenere horror, facendoci ripensare a maestri come Deodato & C. , e pur non essendo lontanamente paragonabile alle loro pellicole, è stata comunque uno dei migliori film horror usciti nelle sale italiane nel 2015.
Nel mezzo di tutto ciò abbiamo pellicole che hanno tentato di riportare in auge questo filone, ma vuoi per l’esplosione di altri sottogeneri ( paranormale, possessione demoniaca, virus vari) vuoi per la qualità dei film prodotti , è venuta fuori nella maggior parte dei casi un’enorme ciofeca.
Testimonianza di ciò è la pellicola diretta dal regista tedesco  Frank W. Montag, “Cannibal Diner”, del 2012. Sapendo già che il suo prodotto non sarebbe stato dei migliori, il regista ha inserito un ingrediente che quel mezzo punto in più te lo fa sempre guadagnare : la topa. Ed infatti sono proprio tope spaziali ad essere le protagoniste del film, tra cui spicca, seppur non nel ruolo di protagonista, la Miss Universo 2010 della Germania Kristiana Rohder, una pezzo di figliola che renderebbe inutile il viagra a qualsiasi età. La trama purtroppo non è delle migliori e delle più originali : le tope decidono di fare una scampagnata per i boschi per festeggiare il compleanno della protagonista, Kati (Alexandra Lesch), ma le prime tre arrivate, dopo aver messo a nudo tutto quello che Madre Natura ha concesso loro ed essersi tirate anche l’aria che respiravano spariscono improvvisamente. Sarà proprio Kati, a scoprire dove sono finite.

02 Cannibal diner

Guarda caso infatti nelle vicinanze ( coincidenza delle coincidenze) c’è una vecchia fabbrica abbandonata abitata da della simpatica gente uscita fuori dai peggiori manicomi di Caracas, di nero pitturati e di carne umana molto affamati. Storia un po’ scontata insomma, la super topa in pericolo che cerca di trovare le altre sue simili, a cui purtroppo non fa seguito una grande sceneggiatura: due delle tre amiche scomparse non si sa dove siano finite (anche se è intuibile), la sorella della protagonista idem più o meno, e incerta è la storia e la provenienza degli strani tipi che occupano la fabbrica. La tensione c’è, ma poteva essere molto molto più alta, il film si prende delle pause troppo lunghe in cui il regista indugia tra l’altro su lunghe inquadrature sui punti di forza di Kate, che non sono certo recitazione e correlati ma delle gambe ed un seno da Oscar subito. Scene violente ne abbiamo molto molto poche ed il finale lascia molti dubbi e molte perplessità. Ci sono vari richiami a film del passato in alcune scene ( viene anche “scomodato” Kubrick ed il suo “Shining” ), ma questo e le tope di cui sopra non bastano certo ad evitare la noia che la visione di questa pellicola genera quasi da subito, costringendo lo spettatore ad una difficoltà rilevante per arrivare alla fine del film, nonostante la durata sia nemmeno troppo lunga ( 80 minuti circa). Per le varie volte in cui mi sono lamentato di belle pellicole che in Italia non hanno ancora visto la luce, ce n’è finalmente una, in cui per fortuna, il film in questione nel belpaese non c’è ancora arrivato.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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