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Terapia della vendetta: Julia (2014)

Terapia d’urto : non c’è modo migliore per descrivere in poche parole il film “Julia” di Matthew A. Brown.


La protagonista è la ragazza che da il nome anche al titolo, Julia Shames (cognome non casuale se relazionato alla storia).
La giovane lavora da assistente in uno studio di chirurgia privata. Durante una notte un po’ balorda viene accerchiata, rapita e violentata dal gruppo capitanato da Piers (Ryan Cooper) ed i suoi amici, che poi scaricano la ragazza sulla spiaggia all’interno di un sacco salme ritenendo ormai la sventurata in fin di vita.


Julia non muore però.
Torna a casa, e meditando vendetta viene a conoscenza di una particolare “terapia” per poter rielaborare la sua esperienza negativa.
A portarla a conoscenza di tutto ciò è Sadie (Tahyna Tozzi), che assieme ad un gruppo di altre ragazze introduce a Julia la terapia del Dr. Sgundud.
La ragazza dovrà sedurre uomini poco affidabili come Piers ed il suo gruppo e condurli nel loro appartamento.
Arrivati poi al culmine di un’esperienza sessuale, Sadie ed il resto della congrega arriverà ad uccidere brutalmente la vittima in questione, evirandolo e tenendosi i suoi genitali come trofeo.

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Si, la sua prossima vittima potresti essere tu.

Julia, desiderosa di vendetta accetta.
Ma come tutti sanno, a farsi prendere la mano da un qualcosa di più grande di noi è un attimo.
Quando la vendetta che cercava le sfuggirà di mano, le conseguenze saranno devastanti.
Per lei, per la sua congrega, e per le loro prede di entrambe.
Rape & Revenge” movie un po’ atipico quello che Brown mette in scena con la storia di Julia.
La tematica è sempre la stessa, ma alcuni elementi lo differenziano da altri titoli dello stesso filone.
Innanzi tutto la vittima non agisce più da sola ma grazie all’aiuto di un gruppo.
Gruppo guidato da una mente che non conosciamo, e di cui non capiamo bene la motivazione che lo spinga a sponsorizzare questa terapia, se non nel finale.

Altro elemento caratterizzante della pellicola in questione è la musica.
Predominante per l’intera durata del film ci entra in testa per non uscirne più, risultando a volte anche troppo disturbante per lo spettatore.
Così come disturbante è la violenza a cui viene sottoposta Julia all’inizio della pellicola, altra cosa che non se ne va più dalla testa ( la sua in questo caso ).

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Quello in cui il film però non riesce ad ottenere un grande risultato è l’empatia quasi nulla che si ha verso i vari personaggi.
Non riusciamo ad amare troppo i buoni e nemmeno ad odiare i cattivi.
Anzi, uno di loro forse ci fa anche un po’ pena.
La quasi mancanza di empatia tra spettatore e personaggi però si sente troppo durante tutto l’andamento del film.
Julia è una ragazza completamente distaccata da tutto e da tutti., sembra non provare emozioni, ne positive ne negative.
E questo potrebbe anche essere coerente con quello che ha subito e con il suo passaggio da preda a predatore.
La sua interpretazione però è poco coinvolgente e senza picchi come tutta la pellicola.

Notevole l’idea di mettere dietro la semplice vendetta un’organizzazione come quella del Dr. Sgundud anche se la gestione di ciò non è delle migliori.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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