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Suburra (2a stagione) : La Recensione

Dal 22 febbraio è disponibile su Netflix la seconda stagione di Suburra, produzione originale italiana della piattaforma.
Dopo un attesa durata più di un anno, Aureliano Adami (Alessandro Borghi), Alberto Spadino Anacleti (Giacomo Ferrara) e Gabriele Lele Marchilli (Eduardo Valdarnini) sono tornati.

La storia riprende tre mesi dopo gli eventi della prima stagione: i personaggi sono cambiati e sono più maturi, perché in qualche modo forzatamente costretti a crescere dalle perdite subite, ma anche più soli, ognuno a modo suo.
Nei quindici giorni che precedono le elezioni del nuovo sindaco di Roma la battaglia tra criminalità organizzata, politici corrotti e Chiesa si fa ancora più intensa.
Dopo gli scontri per la conquista dei terreni di Ostia e del Vaticano, adesso i protagonisti combattono per una posta in gioco molto più alta, cioè il potere della città: il prezzo del potere è il tema portante di Suburra 2.

I tre protagonisti, devono ore cercare, non solo di preservare la propria posizione e quello che, tra prima e seconda stagione, hanno conquistato; ma pure di salvarsi la vita.
Aureliano è il fulcro della narrazione, il boss ancora non incoronato e carico di dubbi. Spadino brama il potere del fratello in coma ma ha diversi ostacoli davanti a sé, prima fra tutti, sua madre Adelaide.
Lele è diventato ispettore proprio nel distretto di polizia di Ostia, ma a causa di questa carica desta alcuni sospetti nel distretto.
Samurai (Francesco Acquaroli), incattivito da continui tentativi di sabotaggio, si muove come una trottola in tutta Roma: lo vediamo finalmente in difficoltà.
Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro) pensa di sfruttare la tensione causata dallo sbarco dei migranti sul litorale romano per ottenere più voti alle elezioni, aiutato da Sara Monaschi. Sono molti, infatti, gli appigli alla realtà e alla cronaca, che vediamo in questa stagione: lo sfruttamento dell’accoglienza ai migranti, un’istanza sociale che, nelle mani di persone senza scrupoli, diventa business.

 

Le donne entrano prepotentemente nella seconda stagione: Nadia (Federica Sabatini) è una ragazza di Ostia che prende il posto del padre, dipendente degli Adami, e Cristiana (Cristina Pelliccia), poliziotta risoluta e onesta, che avrà a che fare con Lele.
La seconda stagione di Suburra è snellita (i due episodi in meno assicurano un ritmo più serrato), ci sono meno dialoghi, si punta molto di più sugli sguardi dei personaggi, e soprattutto c’è una maggiore cura dal punto di vista formale.
La regia è affidata a due soli autori, Andrea Molaioli, che torna a lavorare alla serie, e la novità Piero Messina, che fa un ottimo lavoro con le geometrie, inserendo i protagonisti in forme e colori forti, creando uno stile distintivo in ogni episodio diretto da lui.

Il gioco per il trono di Roma si riaccende, ma, con una luce un po’ diversa, sicuramente migliore e molto cupa.
A sorreggere tutto continua a essere il grande carisma dei personaggi, perché alla fine è lo sguardo ferito di Aureliano mentre guarda mare di Ostia e quello folle di Spadino quando balla che ci fanno restare incollati allo schermo.

Articolo a cura di Federica Gandolfo