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Roma 14 – Scary Stories to Tell in the Dark

Durante la notte di Halloween del 1968, Stella e i suoi amici Auggie e Chuck, tre adolescenti nella piccola città di Mill Valley, in Pennsylvania, fanno uno scherzo al bullo locale Tommy Milner. Salvati all’ultimo da Ramón, giovane ragazzotto renitente alla leva, i quattro si ritrovano nella celebre casa stregata appartenuta alla famiglia Bellows. Qui Stella, che scrive e ha una grande passione per racconti dell’orrore, trova il libro di Sarah, la figlia dei coniugi Bellows, vissuta oltre un secolo prima. Misteriosamente la ragazza era stata rimossa da tutte le fotografie di famiglia.

Il suo diario però ad un certo punto prende vita da solo. Inizia a scrivere col sangue delle brevi storie, quasi delle filastrocche che decidono la sorte di alcune persone di Mill Valley.

Costoro vengono coinvolti in situazioni orrorifiche che rimandando ai loro incubi adolescenziali. Leggendo il libro di Sarah, Stella infatti scopre tra le pagine una storia chiamata “Harold”, il cui personaggio principale è proprio Tommy, il bulletto che la stava perseguitando.

Adattamento cinematografico dell’omonima serie di libri per ragazzi scritta da Alvin Schwartz, composta da tre volumi pubblicati negli anni ’80, Scary Stories to Tell in the Dark è il nuovo film del 46enne regista norvegese André Øvredal (Troll Hunter , Autopsy).

Teen horror che porta la firma di Guillermo Del Toro (qui nella veste di produttore), la pellicola si colloca dietro la scia della serie televisiva Stranger Things.

Il meccanismo narrativo invece è quello portato al successo negli anni ’00, Final Destination. Non aspettatevi dunque un prodotto alla Blumhouse, tipo Paranormal Activity, Insidious o Sinister, tanto per intenderci. Piuttosto un’avventura per ragazzi con chiare sfumature dell’orrore e qualche scena forte ma tarata ad hoc anche per i 13enni. Sostanzialmente una valida alternativa per gli adolescenti che vogliono approcciarsi al genere senza rimanerne traumatizzati.

Ma nel film c’è dell’altro. Gli autori cercano infatti di alzare l’asticella delle sue ambizioni. Oltre alle citazioni colte, come La Notte dei Morti Viventi di Romero e le tante locandine che Stella ha nella sua stanza c’è anche un sottotesto. Si tratta di una stiracchiata metafora socio-culturale dell’epoca, la pellicola è infatti ambientata nel 1968, anno del trionfo di Nixon. Gli autori sembrano voler relazionare gli incubi della propria adolescenza alla guerra in Vietnam. Scary story per eccellenza di un’intera generazione di giovani americani.

Il tentativo risulta però improbabile e posticcio, definendo alla fine Scary Stories to Tell in the Dark per quel che è: un semplice prodotto di intrattenimento per ragazzi, più divertente che pauroso.