L’unico dubbio che mi ha lasciato questa pellicola è su come abbia potuto causare il vomito in alcune persone in sala (non in senso metaforico).
Raw è infatti senza dubbio sanguinolento, ma la violenza non arriva neanche a sfiorare i livelli di un qualunque torture porn di turno; è piuttosto la commistione tra disagio e imprevedibilità a rendere il film di Julia Ducournau uno di quelli da non perdere.
Un disagio non solo horror, incentrandosi le vicende attorno alla giovane vegetariana Justine (Garance Marillier è davvero bravissima, neanche vent’enne) alle prese con i primi giorni del college, sconosciuta tra gli sconosciuti, alla scoperta della propria sessualità e in balia degli scherzi tipici di una matricola.
Il che comprende: riot in camera propria, rapimenti sommari nel cuore della notte, vestiti imbarazzanti, letto fuori dalla finestra; essere imbrattati di sangue, dover ingurgitare cibi agghiaccianti…
Ma Justine non è sola, in quanto nel college per giovani sadici aspiranti veterinari c’è sua sorella, che a differenza della timida e studiosa Justine è più o meno una svitata.
E qui si ritorna a braccetto con l’imprevedibilità di cui sopra: si perchè non avrete mai la certezza di quanto la sorella maggiore sia un bene o un male per Justine, nè tantomeno di quanto sia, realmente, fuori di testa. E’ con la stessa imprevedibilità che resterete stupiti su come possa evolversi una dolorosa ma pur innocente ceretta inguinale…
Man mano che la vicenda si evolve, eventi a prima vista scollegati si riveleranno chiarificatori, mentre tra una scena nauseante e l’altra, solo a prima vista gratuita, verrà fuori tutta la potenza della totale genuinità di un’opera come Raw: non troverete chissà che sottotesti o metaforoni, ma semplicemente delle persone che abbracciano la propria natura – del prediligere una dieta a base di carne umana-, pur con le estreme conseguenze che ne derivano.