Se Sorrentino e “La grande bellezza” hanno vinto la statuetta come miglior film straniero agli Oscar 2014, dobbiamo dire che se lo sono meritato a pieno. Perchè battere un film come “Alabama Monroe” non era affatto facile. Siamo in Belgio e la storia è quella di Elisee e Didier.
Lei è tatuatrice ( passione intuibile già dal suo corpo in cui annota i nomi dei sui amanti per poi coprirli con altri disegni una volta terminata la storia d’amore), lui suona il banjo in una band di musica bluegrass ed è affascinato dal mito dell’ America rurale. E’ amore a prima vista tra i due, un amore travolgente, nato inizialmente per la reciproca passione per la musica, e poi vissuto ogni momento fino in fondo, perchè si, sembra che per entrambi sia arrivata la possibilità di credere che un sentimento forte e duraturo possa accompagnarli per il resto della loro vita.
E a testimoniare il tutto arriva anche lei, Maybelle, la loro primogenita. Tutto va a gonfie vele, ma come in ogni promessa di matrimonio, non ci sono solo salute, gioia, e ricchezza, ma anche dolore, povertà, e malattia. Ed il loro di amore, sarà in tutto e per tutto messo a dura prova.
Il regista Felix Van Groeningen in “Alabama Monroe” mette in scena un melodramma davvero incredibile, in cui i protagonisti saranno costretti loro malgrado a confrontarsi col dolore, un dolore che non ha mai fine, vissuto a pieno, in profondità. Il regista non ci fa sconti per questo, ma allevia il tutto con la musica country presente nel film (con testi molto toccanti ma col suo ritmo che funge da “anestetico”) e con continui flashback dei bei tempi che furono, che durante il lungometraggio si alternano a quelli più duri e tragici del presente. Van Groeningen produce un film che è al tempo stesso europeo (per tecniche narrative, ambientazione) ma che si ispira alla cultura folk americana, e fonde le due culture insieme in maniera impeccabile.
Un plauso va inoltre alle interpretazioni di Veerle Baetens (Elise), premiata agli ultimi European Movie Awards come miglior attrice, (il suo personaggio si concede infatti anima e “corpo” alla recitazione) e di Johan Heldenbergh, autore egli stesso dell’adattamento teatrale da cui il film è tratto.
La pellicola si è inoltre aggiudicata il premio come miglior film straniero ai “Cesar” ed ai “Satellite Awards”.
“Alabama Monroe” è un film che mette in discussione il pensiero che l’amore vince sempre, mette in contrasto la ragione e la religione, tocca tematiche profonde, ma che ti entra dentro, che emoziona la vista, l’udito, fino a toccare anche il cuore.
Non lasciatevelo scappare.