Oggi lo staff di JAMovie è lieto di fare due chiacchiere con Miriam Previati, giovane attrice che vedremo debuttare in tv nella fiction La Dottoressa Giò e autrice del libro La Nuvola e L’Albero.
Ciao Miriam!
Benvenuta e grazie di essere oggi qui con noi di JAMovie.
Domanda scontata forse ma non troppo: quando e come nasce la tua passione per il cinema?
C’è stato un episodio in particolare, un attore/attrice, un film che ti hanno colpito?
Anno 2015: il cinema è arrivato come un colpo di fulmine inaspettato, come tutte le cose belle.
Venivo da una grossa delusione amorosa con conseguente periodo di intensa infelicità.
Quando il periodo di tristezza era diventato troppo lungo per i miei canoni da battagliera ottimista, ho tentato di risollevarmi impegnandomi nelle cose che più amavo fare.
Viaggiare… Scrivere… Recitare… e mi sono trovata da una settimana all’altra impegnata in un workshop di recitazione per il cinema condotto da un regista romano.
È stata la settimana più preziosa di quell’anno!
Mi sono sentita viva, propositiva, interessante, spronata.
Questo regista mi ha chiesto: “Ma tu l’attrice la vuoi fare veramente?
Perchè nel caso, le carte giuste per metterti in gioco ce le hai”.
E sbam!
Mi si è aperto un mondo che prima non avevo mai immaginato. Io, attrice di cinema!
Qualche mese dopo, mi trasferivo a Roma per iniziare a studiare.
La tua prima esperienza nel mondo dello spettacolo ti ha vista protagonista nel teatro.
Qual è stato l’insegnamento più grande che questo ambiente ti ha dato e la cosa che del teatro ami di più?
Ricordo con tantissimo affetto l’ultimo spettacolo che feci a Ferrara, la mia città Natale.
Era Fiori D’Acciaio di Robert Harling, da cui fu tratto anche il film omonimo con protagonista Julia Roberts, ed io interpretavo proprio il personaggio di Shelby.
Il teatro è sempre stato come una famiglia per me, dove condividere gioie e dolori sempre molto forti.
L’insegnamento più grande che ho imparato e che va oltre il campo professionale è proprio questo: l’appartenenza.
Il sostenersi a vicenda per il bene comune, il sentirsi comodi come a casa, il volersi bene e supportarsi, la fiducia reciproca.
E con questa sensazione nel cuore ogni spettacolo fa sempre centro.
In ambito cinematografico hai già avuto modo di partecipare a diverse produzioni, corti e lunghi, e in questo 2018 anche nella fiction Mediaset La Dottoressa Giò.
Come sei entrata a far parte del progetto?
Raccontaci un aneddoto divertente avvenuto durante le riprese.
Quello per la Dottoressa Giò è stato il mio primo provino per la tv. Avevo appena iniziato la collaborazione con il mio attuale agente di spettacolo.
Durante il casting, prima di iniziare la scena ho indossato un pancione finto che avevo utilizzato per prepararmi al ruolo (il mio personaggio è quello di una partoriente!) fatto con un cuscino avvolto nella pellicola trasparente da cucina.
Vedendo la pancia finta la casting director si è fatta subito una risata: forse non aveva mai visto una cosa del genere, ma avevo immediatamente acquisito un punto a favore!
E poi la chiamata del mio agente, il ruolo è tuo!
Ho affrontato il set con tantissimo entusiasmo. La cosa più divertente: gli studi delle inquadrature ed i meeting dello staff tra le mie gambe spalancate, in attesa del travaglio!
Sei un’artista a 360° , perché parallelamente a teatro e cinema, ti sei anche cimentata nel mondo della scrittura, con la pubblicazione recente del tuo libro La Nuvola e l’Albero.
Come è nata questa tua passione?
La scrittura mi accompagna da quando sono bambina, ho sempre scritto poesie, favole e racconti fin dalla tenera età.
La mia fortuna è quella di avere avuto un papà che mi ha stimolata moltissimo nell’uso della fantasia: negli anni ’90 inventavamo storie e le registravamo su cassette da riascoltare. Le riascolto anche oggi!
La Nuvola e L’albero è nato come liberazione da tanti dubbi che avevo, legati alle strade da prendere, giuste o sbagliate, alle possibilità che ci riserva la vita, che dipendono sempre da come ci relazioniamo noi con essa e con le altre persone.
Solo successivamente è diventato un libro, e questo grazie alle amiche strette che per la prima volta mi hanno spronata ad allargare le mie idee scritte anche ad estranei.
Qual è l’idea alla base di La Nuvola e l’Albero? Quale messaggio vuoi lanciare a tutti i tuoi lettori con questa opera?
Al di là del messaggio del libro, che vuole essere uno spunto di riflessione sulle relazioni (amorose, familiari, e di qualsiasi altra natura) e su come sia queste che la vita cambiano in base alle scelte che ognuno di noi prende, c’è anche un altro aspetto importante che voglio far passare, e che sono riuscita a comunicare specialmente a chi viene alle presentazioni del libro, dove ho la possibilità di raccontare come è nato.
Quello della Resilienza.
Come lo è stato anche il mio diventare attrice, anche questo libro è nato da un grande dolore che dovevo in qualche modo incanalare, ed ho deciso di farlo con qualcosa di creativo ed artistico.
Ho resistito agli urti, e ho ricostruito una nuova forma su me stessa.
E pensa un po’, è una cosa che ognuno di noi è in grado di fare. Quindi, consiglio per tutti… ringraziate i vostri momenti down, gambe in spalla e si riparte!
Proprio in questi giorni ai TG hanno dato la notizia di quanto noi italiani siamo poco lettori, di come i bambini siano una delle fasce che legge di più, e di come tra di essi i più vicini alla lettura siano quelli che hanno genitori ugualmente appassionati.
Cosa ti senti di dire a chi non ha sviluppato questa passione per invogliarlo a provare?
Si sa, i bambini crescono per imitazione degli adulti che hanno vicino. Io non ho figli al momento, ma se fossi mamma vorrei il meglio per il mio bambino, e vorrei che di me imitasse i comportamenti migliori, ad esempio la capacità di essere creativa, non solo per scrivere favole ma per avere la possibilità di inventare soluzioni pratiche da utilizzare nella vita di tutti i giorni quando si presentano gli ordinari problemi.
La lettura crea moltissimi spunti di immaginazione, e aiuta a sviluppare una propria creatività.
Migliora la vita.
E allora, perchè no?
Sei una persona molto propositiva e con tanta voglia di fare. L’ennesima prova di tutto ciò è anche la tua partecipazione all’evento TEDxGenova, una condivisione di idee e progetti di cui noi italiani e il nostro paese abbiamo tanto bisogno.
Vuoi spiegarci brevemente in cosa consiste questo evento?
In generale i Tedx sono delle conferenze che hanno lo scopo di mettere in condivisione delle idee importanti per la comunità. Idee che vale la pena condividere è il motto.
Possono essere idee scientifiche, di ricerca, si può parlare di psicologia, di medicina, di divertimento, di cultura, di tecnologia. Insomma, ogni argomento è il benvenuto, purchè sia da stimolo, a chi sta ascoltando, per muoversi verso una direzione di miglioramento collettivo.
È un evento assolutamente importante, nato in America ed esportato in tutto il resto del mondo, che tutti dovrebbero conoscere (ps. tutti gli speech sono ascoltabili facilmente sia sul sito ufficiale che su youtube!).
La mia partecipazione al Tedx di Genova mi vedeva raccontare di come è nato il mio progetto di giochi urbani (da 5 anni circa scrivo format di gioco, tipo cacce al tesoro a tema storico, ludico, fantastico, leggendario ecc..) e di come il gioco può essere una chiave di accesso alle emozioni, un argomento a me molto caro!
Torniamo al mondo del cinema.
Come giudichi l’attuale stato di salute del cinema italiano? L’ultimo film italiano da te visto e molto apprezzato?
I meccanismi per fare funzionare bene la macchina del cinema sono tanti, e ad essere sincera non li conosco ancora tutti.
Certo, ci siamo persi qualcosa per la strada, se ripensiamo ai tempi addietro quando Roma era il fulcro anche a livello internazionale di questa meravigliosa arte.
Ma allo stesso tempo nascono ancora bei capolavori, e abbiamo la possibilità di vedere pellicole che ci danno l’idea che non siamo ancora da rottamare!
Finchè abbiamo attori come Pierfrancesco Favino e registi come Marco Bellocchio, possiamo stare sereni.
Nomino loro perchè ho avuto la fortuna di lavorarci recentemente in Il traditore, e ho visto in loro la carica, l’energia, l’amore puro per questo mestiere, la precisione e la passione, l’esperienza e la professionalità che alla fine dei conti rende tutto molto speciale. Ma ce ne sarebbero molti altri.
Non mi sento di nominare un film in particolare, ma apprezzo moltissimo le dinamiche emotive che racconta Paolo Virzì.
Con quale attore/attrice e regista ti piacerebbe lavorare in futuro?
Avendolo appena nominato, appunto Paolo Virzì.
E vorrei trovarmi di nuovo in scena con Pierfrancesco Favino, perchè avrei ancora tantissimo da imparare e da attingere,è davvero una gran bella persona oltre che un fantastico attore.
Progetti futuri?
Dal punto di vista cinematografico, sono in attesa di nuove occasioni per mettermi in gioco, come tanti miei colleghi.
Nel frattempo studio, mi alleno, e scrivo soggetti e sceneggiature per cortometraggi e lungometraggi con l’idea che forse un giorno riuscirò a realizzarle.
Penso di avere belle idee e spero davvero di riuscire ad incanalarle in qualche maniera, perchè siano spunto di riflessione per il pubblico.
Inoltre continuo a scrivere fiabe per adulti, che sto scoprendo essere anche per bambini, con i quali sto progettando pomeriggi di letture animate.
Forse dopo La nuvola e l’albero pubblicherò una raccolta di queste fiabe, chissà… nel frattempo vorrei imparare a dipingere con l’acquerello, perchè mi piacerebbe illustrarle personalmente!
Chi è Miriam Previati nella vita di tutti i giorni e cosa ti rende felice oggi.
Miriam nella vita di tutti i giorni è una ragazza che si impegna a far sì che il tempo che ha sia usato al meglio.
Ciò che mi rende davvero felice oggi è la possibilità di comunicare e condividere cose: emozioni, idee, morali, storie, tempo, vita.
È il motivo per il quale ho scelto di fare ciò che faccio.
Essere attrice, scrittrice, ideatrice di giochi urbani, mi dà l’opportunità di condividere, inizialmente con la famiglia, le amicizie e le conoscenze, e poi con un pubblico sempre più vasto. Questo mi fa sentire viva, rigenerante e rigenerata, ed è decisamente il motore della mia felicità.
La cosa che più apprezzo è che ogni volta che dono qualcosa, mi torna sempre indietro sotto altra forma (affetto, stima, attenzione, fiducia) che è la rampa di lancio per ritornare di nuovo a mettere in circolo cose.
Il modo migliore per usare il mio tempo!