Home Rubriche Horror Necropolis – la città dei morti – di John Erick Dowdle (2014)

Necropolis – la città dei morti – di John Erick Dowdle (2014)

Parlare male di Necropolis non sarebbe poi così difficile. Nel senso che errori, o almeno cose che si sarebbero potute migliorare nel film diretto da John Erick Dowdle (già regista di “Devil” nel 2012) ci sono e come.
Partiamo però con ordine. Il film narra la “discesa” dell’archeologa Scarlett e della sua troupe, all’interno delle catacombe sotterranee di Parigi, alla ricerca di una pietra filosofale, che tanto aveva ossessionato il padre della ragazza, archeologo anch’ egli.
Quella che doveva essere una non affatto semplice ma nemmeno troppo proibitiva ricerca, una volta entrati in quella che una volta era “la città dei morti”, si rivela molto più complicata ed insidiosa del previsto.

01Introdotta quella che è una trama che non possiamo sentirci di bocciare completamente, seppur non originalissima, andiamo a vedere cosa ha funzionato e cosa no nel film di Dowdle.
Sicuramente la scelta azzeccata del regista è stata quella di girare l’intera pellicola all’interno degli stretti e bui corridoi delle catacombe parigine con la tecnica del found footage, espediente che rende il tutto altamente claustrofobico. Il regista è bravo inoltre a catturare inzialmente l’attenzione dello spettatore con questo continuo presagio che un qualcosa di terribile stia per accadere ed una qualche presenza maligna stia per arrivare e poi ci da effettivamente tutto questo, facendoci vedere paura e morte dal più diretto punto di vista dei protagonisti e delle vittime , grazie alle minuscole videocamere che i protagonisti hanno sulla loro testa.
Buono è anche l’utilizzo che il regista fa del tema della “discesa” , che non è vista unicamente come la via per trovare la pietra filosofale tanto cara a Scarlett e al suo padre, ma anche come una viaggio purificatore, che mette ognuno dei protagonisti a contatto con le proprie paure e con alcune situazioni rimaste irrisolte del loro privato, e con le quali all’interno delle catacombe dovranno fare i conti. Più si scende e più si è a nudo con i propri fantasmi, fantasmi non facili da scacciare.

02Quello che però non va è la sceneggiatura, ancora una volta. Un’elemento su tutti : per spiegare i misteri avvolti intorno alla pietra e alle catacombe parigine vengono mescolate in maniera alquanto maldestra molteplici tradizioni, da quella cristiana e Dantesca, a quelle egiziane e alchemica, condite dalla ciliegina sulla torta dell’ ormai strautilizzato “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Le spiegazioni di questi misteri risultano poi alquanto banali e semplicistici.
Quello che poi poteva essere evitato è quanto ciò segue : perchè serve quasi tutto il film al gruppo per arrivare dall’ingresso delle catacombe alla pietra, se poi a Scarlett sul finale bast meno di un minuto per rifare di nuovo lo stesso percorso ? Why John Why ?Trama e tecnica buoni, cast accettabile ma niente di più e sceneggiatura e sviluppi da rivedere.
In molti forse non avranno problemi a vederselo al cinema, in tanti non ne avranno nell’aspettare il Dvd, in moltissimi ne avranno a concedergli una seconda visione.
Siamo sempre li, con quel senso di “si, non è male, però……”.

ANCORA NON CI SIAMO (del tutto).

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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