L’Islanda.
Una paradiso naturale dove molti di noi, perfino gli amanti delle metropoli vorrebbero passare una parte o tutta la loro vita.
Una terra dove il solo ammirare le vaste distese verdi, la natura ancora in gran parte incontaminata ti mette in pace col mondo e ti riconcilia con tutti.
Ma forse non è sempre così.
E a mostrarci l’altro lato della medaglia è il regista Valdimar Jóhannsson, che con Lamb firma un più che discreto debutto alla regia.
Una storia, un film che sa mescolare in maniera ottima horror, fantasy e dramma, e che vede in Noomi Rapace un’ottima interprete.
C’è una famiglia, una coppia, che non sta attraversando un momento molto positivo del loro matrimonio (causa anche di un lutto familiare).
Nel bel mezzo della loro routine accade però qualcosa di inaspettato, un miracolo potremmo definirlo.
Arriva un figlio, tanto voluto e tanto desiderato, e che viene ancora di più accolto con amore e gioia dai genitori perchè non è un bambino come tutti gli altri.
L’armonia familiare sembra ripristinata, sembra tornato tutto bello.
Ma c’è anche qualcun altro che vorrebbe prendere parte a questa gioia, a questa felicità ritrovata.
E quando Noomi Rapace (nel film Maria), compie una scelta tanto egoistica quanto definitiva per tenere al sicuro questa armonia, tutto prenderà una piega inaspettata.
Seppur ci sia qualcosa da rivedere negli effetti speciali, il film di Jóhannsson resta comunque un’opera prima di alto livello e sicuramente da vedere.
Atmosfera ottima, che allo stesso tempo ci fa innamorare di quella parte di mondo e che può anche avere un suo lato sinistro, inquietante, con quel suo silenzio (sottolineato anche dai pochi dialoghi del film) che fa sempre un po’ paura.
Uniteci una storia per certi aspetti surreale e che richiama quel folklore nero tipico di quei luoghi, e inseriteci all’interno una coppia il cui rapporto ha più crepe di quelle che si possono vedere in superficie.
Il risultato vi lascerà a bocca aperta, fidatevi.