Home Speciale Interviste Hangar 66 e il social comic: intervista a Max Bertolini

Hangar 66 e il social comic: intervista a Max Bertolini

Hangar 66

Oggi andiamo oltre la pellicola, intervistando il fumettista italiano Max Bertolini…

Benvenuto Max! Non voglio prenderla troppo alla lontana, ma quando e come ti è esplosa la passione per questo particolare mestiere?

Da sempre. Ho ricordi di me a 4 anni che chiedevo a mio padre di insegnarmi a disegnare. A quell’età il papà è Dio e sa fare tutto. Desideravo mettere su carta i miei pensieri. Forse era un modo per renderli vivi. Non ho mai smesso di disegnare o di pensare al disegno un solo giorno della mia vita.

Bene, passiamo senza indugio al presente: vuoi spiegare ai profani il tuo progetto di imminente uscita, Hangar 66?

Hangar 66 è il primo social-comic della storia del fumetto. Un bel giorno io ho chiesto ai miei followers di Facebook quale era il fumetto che avrebbero voluto leggere e non avevano mai osato chiedere. Da quello che piaceva a me e dalle risposte ricevute ho cominciato a scrivere un soggetto. Ai fans ho proposto un sunto per non svelare troppo e li ho invitati a esprimere desideri e suggerimenti.

La cosa ha funzionato come una valanga. Io facevo vedere studi di personaggi e ambienti e loro mi dicevano come li ispirava. Ho quindi scritto la sceneggiatura come piaceva a me e come immaginavo potesse piacere a loro.

E’ davvero affascinante un simile ibrido tra social e fumetto, ma immagino avrai dovuto scremare molto nel mare di post per trovare delle buone idee

Più che trovare idee singole ho captato i desideri generali, la corrente.

Non è affatto banale tenere vivo l’interesse su un gruppo social per più di un anno, complimenti. Ottima l’idea del ‘muro’ in cui compariranno i tuoi seguaci/social collaboratori…una trovata che forse rispecchia il nostro bisogno di visibilità nella rete? (Io mi ci metto in primis, spero tanto di esserci)

C’è tanto desiderio di essere al centro di un processo creativo invece che i fruitori finali. Ho usato Facebook come un vero social, per creare aggregazione e comunità.

Nel nostro staff ci sono tuoi fan da Nathan Never, ma devo ammettere che mi sono avvicinato al tuo lavoro proprio col progetto Hangar 66; come amante dei film di fantascienza, le tue tavole mi hanno davvero colpito

Hangar 66

Ho trovato rimandi a Star Wars, Ghost in the Shell e persino Attila… ci sono titoli in particolare che ti hanno ispirato in questo distopico futuro italiano?

Rimandi a film in particolare non ce n’è. Mi sono accorto che Potenza somigliava vagamente all’Abatantuono dei primi tempi solo dopo averlo disegnato. Ma nella storia il personaggio è molto diverso.

Fa davvero piacere sapere che, a fronte di un concetto così innovativo di social-creazione, non rinuncerai alla vera radice del fumetto: vuoi parlarci delle peripezie dietro la pubblicazione cartacea? Ma soprattutto, come facciamo a mettere mano sul primo numero?

Ho concepito Hangar 66 sin dall’inizio come cartaceo nella sua realizzazione finale. Ho trovato subito l’editore giusto, Edizioni Inkiostro, che mi da la massima libertà creativa, come volevo.

Il primo numero sarà disponibile per la prevendita dal 19 luglio sul sito Edizioni Inkiostro e a Rimini Comics nel weekend del 20-22 luglio. Poi sicuramente a Lucca. Per le fumetterie e librerie restate sintonizzati iscrivendovi alla pagina “Hangar 66” su facebook!

Grazie Max! Mi troverai in fila per la copia autografata!

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Direttore e Fondatore

Il lavoro e la vecchiaia incombono, ma da quando ho memoria mi spacco di film di fantascienza, dove viaggio di testa fino a perdermi, e salto in piedi sul divano per dei tizi che si menano o sparano alla gente come fossero birilli. Addolorato dalla piaga del PG­13, non ho più i nervi per gli horror: quelli li lascio al collega, io sono il vostro uomo per scifi, azione e film di pistolotti metacinema/mental/cose di finali tripli.