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Hallowen è alle porte: Vincent, di Tim Burton

VINCENT di Tim Burton (Usa, 1982, 6 minuti)

Vincent è un bambino di 7 anni che ha come idolo l’attore Vincent Price. Rimane tutto il giorno nella sua cameretta a fantasticare di diventare come il suo idolo, a fare strani esperimenti col suo cane e a leggere i racconti di Edgar Allan Poe…

Nel 1982 un giovane, inquieto e per nulla famoso Tim Burton lavora per la Disney come artista concettuale. Pur non essendo molto amato in quella casa di produzione, riesce comunque a farsi dare 60 mila euro per dirigere VINCENT, un cortometraggio di animazione girato a passo uno, in collaborazione con l’esperto Stephen Chiodo. Il corto è un folle e malinconico omaggio di Burton al grande attore di film horror Vincent Price, il quale nella versione originale è la voce narrante. Con Vincent Price otto anni dopo girò il capolavoro EDWARD MANI DI FORBICE (pellicola che consacro’ il genio del regista di Burbank). I due artisti sono stati legati, fino alla morte di Price nel 1993, da grande stima professionale e profonda amicizia.

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VINCENT, in nemmeno 6 minuti, condensa perfettamente emozioni diverse: la macabra allegria (gli esperimenti sul povero cane Abercrombie e quelli “sognati” sulla zia), la malinconia (il capire di essere irrimediabilmente diverso dagli altri bambini) e la tragica consapevolezza (il finale, con la splendida citazione a IL CORVO di Edgar Allan Poe). La “poetica burtoniana” dei capolavori a venire si palesa chiaramente nell’atmosfera dark che permea il cortometraggio, ma anche nei tratti fisici e psicologici del suo protagonista, Vincent Malloy. Non solo un omaggio a Price e a Poe, ma anche una piccola dichiarazione d’amore dedicata al cinema espressionista tedesco degli anni 20.

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L’idea per il soggetto invece nasce da una poesia scritta da Burton e dedicata all’immenso Price, amato non solo dal regista, ma da generazioni intere di cinefili dell’orrore. Due anni dopo l’uscita di VINCENT al cinema Burton ruppe definitivamente con la Disney (la goccia che fece traboccare il “vaso burtoniano” fu la censura della Disney perpetrata ai danni del suo successivo cortometraggio, FRANKENWEENIE). Divenne così celebre la sua frase su quella esperienza lavorativa: “era una tortura, dovevo disegnare tutte le scene con le graziose bestioline ammiccanti… semplicemente non ci riuscivo”.

Voto: 8.