Home Speciale Approfondimenti Top 10: I migliori gialli italiani con animali nei titoli

Top 10: I migliori gialli italiani con animali nei titoli

Che belli i titoli dei gialli italiani degli anni ’70, lunghi, singolari ed evocativi. Pensiamo a una roba chilometrica come “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave”, praticamente impronunciabile ma altamente affascinante. Un’altra tendenza diffusa era quella di inserire nomi degli animali nei titoli (bestioline che magari nei film neanche comparivano). Ecco per voi una classifica di alcuni dei migliori gialli zoofili all’italiana.

 

L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO (1970)

Eccolo qua, il primo film di Dario Argento, il capostipite di tutti i film gialli con gli animali nel titolo, quello che ha lanciato la moda. Storia di omicidi sanguinosi e indagini caserecce, tipico Argento dall’inizio al twist finale. Capolavoro, e almeno qui il pennuto c’è.

Il primo omicidio a cui assiste il protagonista

UNA FARFALLA CON LE ALI INSANGUINATE (1971)

Duccio Tessari si cimenta con un giallo che ha al centro un errore giudiziario. Nonostante qualche lungaggine il film è interessante, ma la farfalla non vola: è solo una spilla.

Shhhh!

GATTI ROSSI IN UN LABIRINTO DI VETRO (1974)

Niente felini nella pellicola di Umberto Lenzi, ma solo un gruppo di turisti con mantelle rosse che vengono bersagliati da un misterioso assassino. La violenza non manca, e il film rispetta tutte le regole del “giallo all’italiana”, consigliato!

Un occhio cavato: la firma del killer

UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA (1971)

Finalmente Lucio Fulci in classifica, con un trhiller teso e imprevedibile, bellissimo. Nessuna lucertola vi accompagnerà nelle indagini, ma poco importa: la carica di sensualità è elevatissima.

La protagonista in uno scenario onirico

IL GATTO A NOVE CODE (1971)

Secondo gatto in classifica, di nuovo di lui non v’è traccia. Il felino in questione serve come metafora della matassa da sbrogliare: non il migliore della “trilogia degli animali” di Dario Argento ma di sicuro consigliato.

I protagonisti della vicenda

QUATTRO MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO (1971)

Dopo uccelli e mammiferi la trilogia argentiana si conclude con un insetto, una mosca. Anche stavolta l’animale c’è, ma scovarlo sarà il vero enigma del film. Puro argento, puro terrore.

L’inquietante pupazzo che si vede all’inizio del film

LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO (1971)

Paolo Cavara dirige questa pellicola cavalcando l’onda de “L’uccello dalle piume di cristallo”. “La tarantola” è di sicuro derivativo, ma rispettando tutti i canoni del genere si lascia guardare fino alla fine da qualunque appassionato. Il ragno non appare fisicamente ma almeno viene nominato.

Le mani del killer

LA CODA DELLO SCORPIONE (1971)

Forse non il miglior giallo all’italiana, ma c’è un animale nel titolo, quindi almeno per completezza si merita una visione. Gli scorpioni sono addirittura due, ma come la farfalla neanche questi sono vivi.

La protagonista in fuga

IL GATTO DAGLI OCCHI DI GIADA (1977)

Quest’ultimo micio (di certo l’animale più gettonato) arriva un po’ dopo tutti gli altri, ma continua a cavalcare la stessa onda. L’indagine in questo caso è collegata a un fatto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, e il gatto è un pupazzo…ma almeno c’è.

In linea con l’assassino

SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA (1972)

Ebbene ho mentito, abbiamo un quarto felino, anche se ho barato, perché non è nel titolo. Se mi passate questo piccolo espediente vi consiglio di recuperare questo film di Sergio Pastore, se non altro per l’interessante arma impropria usata per i delitti.

Il killer aggredisce una vittima