Dei Beatles sappiamo più o meno di tutto ormai. Conosciamo le loro storie, le loro canzoni, le loro vicissitudini dentro e fuori dal mondo della musica.
Ma poco forse sappiamo di colei che è stata con loro ben più della vita del gruppo, 10 anni e che ha dato vita al fan club più famoso di sempre dedicato agli “scarafaggi”.
Stiamo parlando di Frida Kelly, la ragazza che è stata segretaria dei Fab Four per 11 anni, dai loro esordi al “Cavern” di Liverpool, fino a dopo il loro scioglimento.
Il regista Ryan White ci racconta la sua storia, la storia di una ragazzina qualunque che si è ritrovata a lavorare e ad interagire in prima persona con uno dei gruppi più famosi della storia della musica, crescendo come donna di pari passo con il successo della band. Scovata per così dire da Brian Epstein, che sarà il manager della band per molti anni fino alla sua morte, avvenuta prematuramente all’età di 33 anni, la ragazza ha saputo conciliare perfettamente la sua figura lavorativa con il suo essere fan della band, guadagnandosi così la stima di tutto l’ambiente, e diventando parte della famiglia “Beatles” e delle famiglie dei Beatles stessi.
E così pur raccontando vecchi aneddoti legati ai quattro cantanti e alla sua storia personale, grazie ai ricordi che il fan club le porta alla mente tutt’ ora ed accompagnati da pezzi famosi del quartetto di Liverpool, Frida però non scende mai troppo nei particolari, rifiutandosi di raccontare episodi che come tutti sappiamo sono custoditi nei cuori dei soli protagonisti.
White ci regala così il ritratto di una donna che pur vivendo il fenomeno Beatles a pieno non si è mai lasciata trascinare dal vortice che fama e successo si portano dietro, rimanendo sempre sè stessa, sia col gruppo, sia con Epstein, sia con le sue collaboratrici, che non disdegnava di criticare o addirittura licenziare , quando esse superavano quel confine di riservatezza che una segretaria\fan non doveva oltrepassare.
E questo comportamento, questo suo stile, l’ha aiutata negli anni dei successi della band, da cui lei non ha mai tratto un vantaggio economico (continua ancora oggi a lavorare come segretaria) come noi tutti potremmo immaginare, le ha permesso di essere “adottata” dai Fab Four e dalle loro famiglie, e l’ha sostenuta quando è giunto il momento di dire basta, un anno dopo lo scioglimento della band, in cui venne anche chiuso il fan club.
Bellissimo lavoro del regista inglese che in tono contenuto e pacato, rispecchiando così il carattere della protagonista, ci rende comunque pienamente partecipi di quanto emozionante sia stato per la Kelly vivere quell’ esperienza, esperienza che qualsiasi sua coetanea avrebbe certamente voluto provare.