Il diavolo di Hell’s Kitchen è tornato, in compagnia di alcuni colleghi d’eccezione; la seconda stag di Daredevil si sviluppa infatti attorno alle vicende di 2 antieroi marvel quali Il Punitore ed Elektra.
Per chi fosse a corto di riferimenti nerd parliano nel primo caso di Frank Castle, vigilante dai mezzi assolutamente violenti, al limite della pazzia dopo l’efferata morte della famiglia davanti ai suoi occhi per mano di teppisti; Nel secondo, l’amore storico di Matt Murdock, letale assassina legata alla mitica organizzazione criminale nota come la Mano.
La dicotomia tra i due coprimari è croce e delizia di questa season dato che, in piena regola da sequel, gli ideatori di Daredevil hanno introdotto più storie, più azione rispetto alla stagione uno; purtroppo, il risultato è una gestione della storia più debole verso la seconda metà della serie: i primi episodi, toralmente concentrati su Castle e il dilemma morale tra i sui metodi violenti e definitivi contro lo spirito di giustizia del diavolo cieco, funzionano a dovere, mentre nella seconda parte l’introduzione di Elektra e l sua side story relega il Punitore ad una mera posizione di sfondo, raggiungendo l’apice (in negativo) nella sua fugace parte nell’episodio finale. Un vero peccato, perche’ John Bernthal ha delineato brillantemente il personaggio, dandoci il miglior Punisher su pellicola -ad eccezione di questa scena–

In tutto questo, Matt nn è mai stato così insicuro e in balia degli eventi, arrivando persino a mettere in discussione i suoi metodi e rivalutare seriamente la possibilità di una vitaoltre la maschera.
Molto bene: le new entry sn ottimamente caratterizzate; la comparsata di Fisk è un piacevole hint alla Stagione 3.
Meno bene: Le vicende di Castle ed elektra sono mal amalgamate.
Concludendo? Netflix ha alzato l’asticella sul livello qualittativo dei serial dedicati al mondo comics. Ci sono dei difetti, è vero, ma Daredevil merita la vostra visione.