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Bombshell – La voce dello scandalo

Bombshell – La voce dello scandalo è un film-denuncia tratto dall’inchiesta del 2016 che ha portato alle dimissioni del direttore della Fox News Roger Ailes.

Un uomo potente già in passato “media consultant” per i presidenti Richard Nixon, Ronald Reagan e George HW Bush, improvvisamente accusato di sexual harrassment, ossia di molestie sessuali in cambio di opportunità di carriera. Tutto questo prima ancora che il caso Weinstein portasse alla nascita del movimento #metoo. La storia è quella di tre donne coraggiose e decise a far carriera in un mondo squallido e maschilista come ce ne sono tanti, ma mai come gli angusti corridoi della Fox, trampolino mediatico di punta della destra repubblicana degli States. Un posto pieno di predatori e di prede.

C’è Megyn Kelly (Charlize Theron) uno dei volti più noti del network, entrata in collisione con Trump e alcuni suoi tweet scandalosamente sessisti e provocatori. Gretchen Carlson (Nicole Kidman) altro personaggio pubblico molto celebre e declassata per le sue iniziative poco conservatrici. Infine c’è una nuova leva, la giovane e bella Kayla Pospisil (Margot Robbie) che ha appena lasciato la Gretchen per entrare nelle grazie del temuto Roger Ailes (John Lightlow).

Ennesimo colpaccio di Amazon Prime Video, Bombshell – La voce dello scandalo è in primis un incredibile prova corale di tre attrici meravigliose.

Si potrebbe dire il passato, il presente e il futuro del cinema al femminile, ma non è affatto così, poiché la Kidman, la Theron e la Robbie sono, qui e adesso, tra le migliori attrici in circolazione.

Ma in una pellicola così collettiva è giusto citare anche Allison Janney che torna a lavorare con Margot Robbie dopo I, Tonya.

Ma anche Alice Eve, Kate McKinnon, Jennifer Morrison, Malcolm McDowell e ovviamente il cattivone di turno, un immenso John Lithgow.

Il regista Jay Roach viene dalle commedie. Pellicole come i vari Austin Powers o la serie dei Mi presenti i tuoi?, poi la svolta con L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo e ora Bombhell. Similmente al suo collega Adam McKay e al suo La grande scommessa, Roach si approccia al film con spigliata leggerezza, rendendo un argomento serio e delicato, dinamico e ritmato. Oltre a Margot Robbie The Big Short Bombshell hanno in comune anche un altro aspetto. Sono infatti due pellicole intimamente metacinematografiche, con i personaggi che a volte parlano direttamente allo spettatore. Film che abbattono la quarta parete brechtiana per rivolgersi direttamente al suo pubblico. Quasi a volerlo risvegliare dal torpore acritico.

Il film è infatti un pugno nello stomaco di tutti quei benpensanti con la risposta pronta: “ma se sono state molestate 10 anni fa, perché lo denunciano solo ora?”.

Bombshell entra nel cuore del problema e ci avverte che questo non è un problema di ieri, ma di oggi e che i colpevoli non sono solo gli ultimi della fila, ma anche gli illuminati che tacciono per convenienza.

Scomodando nientedimeno che il reverendo King: La nostra generazione dovrà avere rimorso non soltanto delle parole e degli atti dei ‘figli delle tenebre’, ma altresì dell’ignavia e dei timori dei ‘figli della luce’…”.