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Ash vs Evil Dead- Recensione della stagione finale

Evil Dead

Si sospettava già da tempo, ma, fino alla fine, si sperava il contrario; si sospettava che presto sarebbe arrivato il momento della fine… ma non adesso. Ash vs Evil Dead è arrivata al suo culmine, purtroppo non per suo volere.

Sin dalla seconda stagione c’era stato un enorme calo di telespettatori, mano a mano che le puntate proseguivano con la regolare messa in onda. Ash vs Evil Dead, la serie sequel dei tre cult ideati e diretti da Sam Raimi, La casa, La casa 2 e L’armata delle tenebre, a malincuore è stata cancellata da Starz.

Ash vs Evil Dead

A causa di ciò, la serie (che approderà questo mese su Netflix) e la quarta e attesa stagione non vedranno più la propria luce. Una vera perdita per i fan di tutto il mondo e per gli estimatori dell’horror-comedy.

L’universo di Evil Dead è destinato a cessare qui, con la terza e ultima stagione: con un epilogo che apre un ulteriore mondo, desideroso di voler ancora raccontare qualcosa.

Era cresciuto ancor di più l’affetto verso i protagonisti, così tanto da non volerli abbandonare. Ash Williams, personaggio storico e immortale nella storia del cinema, ha avuto la possibilità di riscattarsi e tornare a far breccia nel cuore dei maniaci dell’orrore e dell’ilarità.

Quello di Ash Williams è un mito senza tempo, che ha avuto origine nel 1981 e mai avrà realmente fine.

Ash vs Evil Dead

L’universo di Evil Dead si era inoltrato verso la sua espansione, con l’inclusione di nuovi personaggi e nuovi mali da affrontare. Al trio di combattenti, composto da El Jefe, El Brujo e la tenace Kelly, si è unita in questa serie finale anche la giovane Brandy, figlia misteriosa di Ash Williams. Nella seconda stagione la nefasta Ruby, madre dei demoni o più comunemente Mulier Daemonia Igni, si era alleata al team per combattere i suoi figli demoniaci e la sua controparte maschile, il demone Baal.

In questa nuova avventura, la madre di tutti i demoni e creatrice del Necronomicon è tornata a riprendere il proprio ruolo: quello del male invincibile, tentatore, ammaliante e distruttivo.

Ash vs Evil Dead

 

Tra lotte continue e sangue sparso senza sosta, il team è protagonista di un avvenimento inaspettato: l’apocalisse. Ruby non era il male più temibile, trovandosi ella stessa a temere il nemico originario: gli oscuri e il demone Kandar.

Ash vs Evil Dead non ha mai perso il proprio smalto e il proprio spirito, risultando continuamente originale. I siparietti di comicità sono ben distribuiti tra drammatiche e inaspettate morti ed estreme carneficine. Dopo due stagioni basate sulle medesime caratteristiche, si aspettava però un netto calo di qualità.

Ciò non è accaduto con Ash vs Evil Dead, che si è riproposto come prodotto di alto livello improntato sull’intrattenimento, lo stupore, l’estremizzazione e il piacere.

Ash vs Evil Dead

A quarant’anni di distanza da Within the Woods, cortometraggio creato da Sam Raimi per finanziare La casa, si chiudono per sempre le vicende capitanate da Ash. Ash ha combattuto il male per trentasette anni. Ha combattuto forze più grandi di lui, perdendo di volta in volta chiunque amasse. Ora, con amarezza, l’immaginario del pubblico avrà per lui un finale da ricordare, che si rifà a quello originale de L’armata delle tenebre.

Un finale aperto che lascia dubbi, malinconia, ma anche un velo di sollievo e spensieratezza.

La terza stagione è inferiore alle precedenti, ma non necessariamente di meno spessore. Diminuisce lo splatter, aumenta l’entrata di personaggi di contorno poco sviluppati, subentrano momenti alquanto sbrigativi, maggiorano i sacrifici poco radicali.

Ash vs Evil Dead

Ma è un chiaro manifesto del fatto che coraggio sia la chiave per affrontare la vita e distruggere i suoi mali, Ash vs Evil Dead lo insegna ed espone con grande fierezza. La temerarietà è l’ingrediente per tener testa al nemico: che sia una malattia, un uomo o un demone kandariano. Gli eccessi emotivi vengono sottolineati mediante il rafforzamento dei legami creati, nuovi e passati. Il potere di gruppo, la forza del bene reciproco e la combattuta, si rivelano essere più forti di ogni calamità.

Unitamente si può combattere, uniti si può sopravvivere: insieme si può vincere, anche se il male, alla fine, probabilmente seguiterà a tornare.