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6 Underground – La Recensione

A Hollywood lo chiamano Bayhem. Si tratta di un preciso stile cinematografico ipercinetico, pirotecnico, catastrofiche esplosioni, un bombardante product placement, tanti angoli olandesi, una forte saturazione sull’arancione e poca attenzione alla sceneggiatura. Questo termine spesso usato con valenza dispregiativa si riferisce al Diavolo di Hollywood in persona: mr. Michael Bay. Regista amato/odiato (tra i fan troviamo Tarantino e Nolan), per molti è l’antitesi del cinema d’autore, anzi del cinema tout court!

Bay è la firma dietro pellicole come Bad Boys, The Rock, Armageddon, Pearl Harbor e la serie dei Transformers. Per molti versi 6 Underground, questo nuovo film con Ryan Reynolds, la star canadese di Deadpool, rispecchia il suo passato cinematografico.

La storia è quella di un miliardario alla Steve Jobs, interpretato da Reynolds, che ha fatto perdere le sue tracce, fingendosi morto, per diventare un giustiziere, stanco delle barbarie nel mondo e in particolare in un fantomatico paese dal poco originale nome Turghistan. Al suo fianco 5 (+1) mastini della guerra, uomini e donne interpretati da Mélanie Laurent, Manuel Garcia-Rulfo, Adria Arjona, Corey Hawkins, Ben Hardy e Dave Franco. Tutti esperti in fucili, veicoli e ciò che serve per far fuori i cattivoni di turno.

Insomma una storiella che se si esclude qualche battuta tagliente è piena di cliché e priva di spunti interessanti. Strano visto che è il frutto del lavoro di una delle coppie di sceneggiatori più ricercati di Hollywood. Parliamo di Rhett Reese e Paul Wernick, già autori di Deadpool e di Zombieland. Eppure lo script di 6 Underground poteva concepirlo anche un 14enne pieno di brufoli cresciuto a Pringles alla paprika e Optimus Prime. Insomma una sceneggiatura per ragazzini, perfetta per lo stile Bayhem!

A ciò si aggiunge anche la pubblicità spudorata di molte celebri aziende italiane come Alfa Romeo, Ferrari, Lavazza e persino la Juventus. Quanto ai ritmi, sono serratissimi e con scene mozzafiato.

Tecnicamente parlando c’è ben poco da dire se non che 6 Underground fa apparire l’intera saga di Fast & Furious un filmetto in stop motion con le Hot Wheels.

Eppure ci sono alcune novità che rendono 6 Underground, nel bene e nel male, una tappa essenziale nella filmografia del regista. La prima è la distribuzione direct to video sulla piattaforma Netflix. Bay rinnega il cinema e serve questi 127 minuti di inseguimenti tra le vie di Firenze e di Hong Kong, direttamente sui medio e piccoli device casalinghi. Una rivoluzione al passo coi tempi.

L’altra novità è l’elemento splatter, tra granate, oggetti contundenti e auto lanciate contro la folla, si assiste a due ore di morti ammazzati nelle peggiori e divertenti maniere.

Spegnendo la testa 6 Underground è uno dei film più spettacolari visti negli ultimi 10 anni, esattamente quello che ti aspetti se dai a Michael Bay 150 milioni di dollari di budget e poche regole d’ingaggio.