Era da tempo immemore che Twin Peaks non sconvolgeva il mondo della tv. Oggi è tornato con l’episodio otto, che si rivela essere il più bizzarro dell’intera serie, per ora.
Ma quante di queste informazioni sacre sono state colte?
Twin Peaks potrebbe rivelarsi difficile da digerire, come serie, ed è realmente così. Non era mai accaduto, in tutta la storia della televisione, che un episodio potesse sconvolgere così tanto lo spettatore. Mentre la serie originale mirava a qualsiasi telespettatore, questo nuovissimo revival non se ne cura: sa il fatto suo. Twin Peaks 3 quindi si rivela essere adatta a un pubblico ristretto, che vede oltre, che sa osservare attraverso le cose. Perché non tutti, ne sono in grado.
L’ottavo episodio è il più bizzarro, il meno canonico, il meno lineare e il più misterioso. La prima parte, vede come protagonista BadCooper, il quale viene sparato a morte da Ray. I membri della Loggia, le entità astruse, lo soccorrono, asportando BOB e permettendo a BadCooper di ritornare in vita. Così, come qualcuno dalla Loggia aiuta Dale nei panni di Dougie, qualcun’altro aiuta BadCooper nella medesima maniera. Da qui in poi, assisteremo a qualcosa di sovrannaturale, di inspiegabile: un vero e proprio trip filmico.
Siamo nel 1945, nel New Mexico. C’è l’esplosione che è il fulcro di tutto, una sorta di visione di una bomba atomica nello spazio. Veniamo catapultati dentro l’esplosione, nel nucleo, nel fuoco, nel gas, negli strati più intimi, martellanti e assordanti. Qualcuno avrà capito qualcosa in quei 15 minuti di puro Caos? E intanto ci ritroviamo una delle scene più belle di tutta la serie. E qui, scopriamo che questa è la creazione originale, la nascita di tutto il mondo lynchano. Dall’esplosione della bomba atomica, l’atto umano più crudele (ci ricordiamo che le entità della Loggia si nutrono del male degli uomini), nascono così i membri della Loggia e la Loggia stessa e dal gigante, probabilmente anche la Loggia bianca. Dall’essere bianco e umanoide che vedemmo nella scatola di vetro nella prima puntata, dopo una vomitata, emergono fuori BOB e alcune particelle. I puntini cominciano ad unirsi.
Il gigante crea qualcosa di astratto, e da lì nasce una bolla color ambra che possiede il volto di Laura Palmer. Quest’ultima, sarà presa e spedita sulla terra. Che Laura all’inizio fosse una creazione del gigante, della Loggia Bianca? Passano degli anni e ci ritroviamo nel 1956. Due ragazzi si salutano con un bacio e si danno la buonanotte mentre uno strano insetto esce fuori da un uovo (si ipotizza BOB sotto forma originaria, prima dell’evoluzione come quella avvenuta nel braccio). Qui si può solo ipotizzare e Lynch lascia spazio all’immaginazione, donandoci immagini calorose e alternandole con un bianco e nero destabilizzante. Un entità della Loggia, esce fuori assieme ad altre e raggiunge una stazione radio. Qui è come se ipnotizzasse tramite il verbo, le persone, addormentandole, controllandole. A fine episodio, l’insetto (l’ipotetico BOB), entra nella bocca della ragazza, diventando così parte di lei. Cosa dovremmo aspettarci dalle prossime dieci ore del film più lungo di David Lynch? Immagini estreme, deliranti e grottesche ormai sono entrate nella nostra mente e sarà difficile dimenticarle. Ma questo è Twin Peaks, c’era da aspettarselo.