Pedro Almodovar torna a Venezia 78 con Madres paralelas, un racconto sull’amore. Il coinvolgimento sentimentale viene analizzato sotto diverse prospettive, si parte con il classico amore passionale per il partner, passando per l’attaccamento alla memoria storica (un fil rouge che collega ogni sequenza del film), e infine all’amore per eccellenza: per i figli.
Almodovar non si distingue per la leggerezza dei suoi film, ma questo pur trattando di temi seri ed essendo a tratti tragico riesce, anche grazie all’interpretazione di Penelope Cruz, ad intrattenere gradevolmente il pubblico senza appesantire la visione.
La trama vede come protagonista Janis (Penelope Cruz), una fotografa spagnola che ha una missione: far riaprire una fossa comune. In essa sono stati sotterrati i suoi antenati durante la guerra civile, a cui lei (e la comunità intera) vuole dare degna sepoltura.
Durante un servizio fotografico incontra Arturo, noto storico che decide di darle aiuto. Il lavoro ben presto fa sfociare la sintonia dei due in passione, e Janis resta incinta. La protagonista decide però di essere orgogliosamente una madre single, dato che Arturo è sposato.
Durante la degenza in ospedale la protagonista conosce Ana (Milena Smit), anche lei madre sole ma appena fuori dall’adolescenza. Le due legano fin da subito anche perché le loro bambine vengono dal primo giorno tenute in osservazione in ospedale, da questo momento i loro destini saranno irrimediabilmente incrociati. Saranno, quindi, madres paralelas.
La vita delle due donne si separa, e ognuna cresce la propria figlia fino a quando un giorno per caso si ritrovano e Janis scopre che la bimba di ana è morta nella culla per cause naturali. Da questo momento deciderà di prendersi cura della giovane, ma non senza disinteresse. Janis, nasconde un segreto nella culla.
Il tema della preservazione della memoria storica, accompagna il racconto fino alla fine. Janis troverà nella rivendicazione dei diritti degli avi il suo scopo, per affrontare la tragedia che si abbatterà su di lei.
Almodovar inserisce così il tema politico e storico all’interno del film. Il quale, fornisce una finestra molto interessante su un periodo e un luogo storico poco conosciuto. Si fa riferimento più volte alla legge della “Memoria histórica”, approvata alla fine del 2007 dal Governo Zapatero per restituire al popolo i suoi morti.
Bravissima la Cruz nella sua interpretazione, che rende l’idea di una donna che agisce presa dall’irrazionalità e dal dolore ma terribilmente comprensibile dal lato umano.
Scade un po’ nel banale lo sviluppo della relazione tra le due protagoniste. Su questa parte della trama si potrebbe sorvolare mantenendo nell’ambito dell’amicizia il rapporto.
La Milena Smit brava, ma si nota la sua inesperienza e in alcune scene risulta un tantino piatta (forse anche volutamente).
Nota di merito ovviamente per la regia e le inquadrature che simulano gli attacchi di panico di Janis.