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Venezia 77: Lacci

Daniele Luchetti con il film Lacci ci propone un interessante dramma famigliare, visto in una prospettiva temporale in cui le scelte dei coniugi ne condizionano la vita facendoli scivolare in un vortice di tristezza e risentimento.

Aldo nel bel mezzo della carriera alla radio e dopo aver raggiunto un certo grado di notorietà, si innamora della bella Livia, giovane donna con cui condivide il lavoro.
Aldo però non è da solo, ma a Napoli ha moglie, Vanda, e figli che aspettano ogni settimana con impazienza il suo ritorno, ma quando i sensi di colpa, e il sospetto di Vada, si fanno sempre più presenti decide di confessare il tradimento.
Da questo momento in poi si susseguono una serie di avvenimenti, alcuni anche tragici, per cui la famiglia va in frantumi e i due coniugi prendono strade diverse, ma lo spettatore è già cosciente dell’epilogo della storia perché il regista ci propone lo sviluppo della vicenda attraverso salti temporali tra passato e presente.

Il film si caratterizza per le meravigliose interpretazioni di Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio che interpretano i protagonisti nella giovane età adulta, mentre il cerchio cronologico si chiude con l’interpretazione di Aldo e Vanda da parte di due leggende come Laura Morante e Silvio Orlando.
Carina anche la parte affidata a Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno che hanno il compito di interpretare i figli della coppia nell’età adulta che hanno risentito, come sempre, dei dissidi famigliari avvenuti nella loro infanzia.

Il film nonostante tocchi temi a tratti anche tragici, risulta scorrevole e mai banale anche se capace di toccare nel profondo lo spettatore, in fondo si tratta di un dramma che parla della fine di un amore e tutti noi anche se in modi e tempi diversi abbiamo vissuto questa esperienza.

Articolo a cura di Eleonora Vignudelli