Home Speciale FESTIVAL Venezia 75: C’est ca l’amour (Real Love) – La Recensione

Venezia 75: C’est ca l’amour (Real Love) – La Recensione

Si può riportare qualcuno a sè stessi lasciandola andare?
La risposta a questa domanda è si, e ce la da la regista francese Claire Burger nel suo film C’est ca l’amour (Real love) presentato nella sezione Giornate degli Autori a Venezia 75.

 

Mario (Bouli Lanners) è un padre di famiglia dall’ indole un po’ infantile che vede inesorabilmente terminare la sua relazione ventennale con la moglie Armelle (Cécile Rémy-Boutang).
Mario deve ora prendersi cura delle due figlie adolescenti, l’inquieta Frida (Justine Lacroix) e l’emancipata Niki (Sarah Henochsberg).
La pellicola si svilupperà intorno alle difficoltà di Mario nel trovare un nuovo equilibrio senza sua moglie Armelle e con due figlie non proprio di facile gestione.

Mario ha quella che definiamo una crisi adolescenziale, e oltre a far fronte a ciò dovrà tenere saldo il rapporto con Frida e Niki.
Tutto questo non è per nulla facile, perchè a volte il nostro istinto di controllo non fa che allontanarci dalle persone che amiamo di più.

In una pellicola molto poetica, Mario e le sue figlie dovranno imparare a lasciar andare.
Cercare ognuno la propria strada, perchè a volte è proprio così che si rimane legati.
Film sicuramente promosso quello della Burger, che non punta sul colpo di scena, ma piuttosto sull’evoluzione dei sentimenti di un nucleo familiare che per riavvicinarsi deve prima allontanarsi e disgregarsi.

La Burger utilizza questa volta la classe media, quella che più della classe operaia e della classe borghese risulta più spesso anonima, ma che invece ha molto da raccontare.
Il tutto in un film che nonostante non avrà vita facile per trovare una distribuzione in Italia, vale veramente la pena di vedere.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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