Home Speciale FESTIVAL Venezia 75: L’heure de la sortie (School’s Out) – La Recensione

Venezia 75: L’heure de la sortie (School’s Out) – La Recensione

Serve per forza essere mainstream per dar vita a un film bomba? Assolutamente no. Basta avare un forte ideale, metterlo in un film creando una pellicola densa di suspanse che ti tiene incollato allo schermo fino all'ultimo secondo e il gioco è fatto.

Parte, prosegue e finisce col botto L’heure de la sortie (School’s out) , presentato nella sezione Sconfini a Venezia 75 e diretto dal regista francese Sébastien Marnier.

Siamo in una scuola della provincia francese.
Tutti concentrati, c’è un compito in classe, anche il professor Capadis lo sa.
E per non disturbarli prende una sedia, apre la finestra, e in maniera molto leggiadra si butta giù.
Boom.
Due minuti di film e già ci scappa quasi il morto (il professore va
in coma indotto).

Al suo posto arriva il giovane supplente Pierre Hoffman (Laurent Lafitte), che deve gestire tra le diverse classi una poco convenzionale.
Ma non è la solita classe di strafottenti dalle medie voto pessime.
Tutt’altro.
E’ la migliore dell’istituto, e al professore viene anche chiesto di avere un occhio di riguardo, perchè gli allievi sono stati selezionati per creare una classe modello.
E bravi son bravi.
Ma sembrano non legare col resto del mondo, guardano tutti dall’alto verso il basso.
E il professor Hoffman non lo considerano nemmeno.
Sei di loro poi sono proprio strani, ma strani tanto.
E per di più, stanno preparando qualcosa.
Ma cosa?

Il regista Marnier si è inventato un vero capolavoro per la Mostra del Cinema di Venezia.
Partendo da un tema molto attuale che non vi sveliamo per non rovinarvi il gusto della visione del film, ci ha costruito sopra un thriller che riserverà non poche sorprese, senza mai cadere nel banale, e lasciandoci un finale che dire strepitoso è poco.

Avevamo già avuto modo di vedere un altro gran bel film in cui il supplente di turno capitava nella classe sbagliata.
Correva l’anno 2013 quando Rok Bicek portava sul grande schermo Class Enemy, anche se nella pellicola slovena il tono era più drammatico che noir.
Nel film di Marnier  invece non c’è un attimo di respiro, la tensione è alta, ed il messaggio del regista è davvero forte.
Il tema scelto è fortemente attuale e rappresenta un grande allarme per l’umanità.

E se sopra un tema scottante costruisci sopra un grande film, allora hai fatto proprio centro.

VOTI FINALI
voto:
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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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