avantlesrues

TORINO 34


Ci sono film che fin dal principio, dalle prime inquadrature, capisci che direzione hanno o vogliono intraprendere.

Avant Les Rues di Chloé Leriche, inserito nel concorso ufficiale, una direzione non la trova mai e non si sforza di cercarla.
Quebec, in una piccola valle vive la comunità indigena degli Atikamekw
Shawnouk
è un ragazzo che almeno esteriormente mostra la sua appartenenza a quel luogo; le sue giornate trascorrono tra monotonia e piccolo svaghi fin quando non diventa protagonista di un tragico evento che lo vedrà allontanarsi dalla sua famiglia.

Il distacco, questa fuga potrebbero essere l’inizio di una presa di coscienza di sè profonda e travagliata, invece la narrazione perversa in un’indolenza fine a se stessa, vuota.

Nulla ci viene restituito della comunità indigena, se non la quiete della sua natura e alcuni stereotipi legati alle usanze locali.
Avant Les Rues ha una voce anonima, priva di qualsiasi identità, ed è un peccato perchè dai suoni delle canzoni indigene evocate all’inizio e alla fine del film la sensazione è quella di persone e luoghi che hanno una loro energia, un vissuto degno di essere scoperto e valorizzato.

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Redattore

- Il cinema per me è come un goal alla Del Piero, qualcosa che ti entra dentro all'improvviso e che ti coinvolge totalmente. È una passione divorante, un amore che non conosce fine, sempre da esplorare. Lo respiro tutto o quasi: dai film commerciali a quelli definiti banalmente autoriali, impegnati, indipendenti. Mi distinguo per una marcata inclinazione al dramma, colpa del Bruce Wayne in me da sempre. Qualche gargamella italiano un tempo disse che di cultura non si mangia, la mia missione è smentire questi sciacalli, nel frattempo mi cibo attraverso il cinema, zucchero dolce e amaro dell'esistenza -