Home Speciale Approfondimenti TFF36: Santiago, Italia – La Recensione

TFF36: Santiago, Italia – La Recensione

Nanni Moretti torna al cinema con un nuovo documentario, presentato in anteprima mondiale al 36° Torino Film Festival come film di chiusura, Santiago, Italia.

Nel 1970 Salvador Allende, leader del partito comunista, vince le elezioni del 1970, diventando il primo marxista ad essere eletto democraticamente.
Il popolo ne è entusiasta.
Nell’11 settembre del 1973, un evento scuote il mondo intero ed ha una forte eco anche nel nostro Paese.
Stiamo parlando il colpo di stato di Pinochet in Cile: Allende, all’interno del palazzo di governo a Santiago, viene bombardato dalle forze aeree.

Moretti decide di riportare alla mente questo terribile avvenimento, forse dimenticato da molti, attraverso testimonianze di alcuni rifugiati e dei pochi italiani che li aiutarono a scappare da quella Santiago, diventata inferno per loro.
La narrazione è divisa in quattro capitoli.
Si inizia con il triennio di Unitad Popolar del governo Allende.
Poi il golpe dell’11 settembre, le persecuzioni e le torture dei militari, l’ambasciata italiana di Santiago che accoglie centinaia di rifugiati, fino al finale viaggio in Italia, verso una nuova vita e un Paese molto diverso da come è oggi.

Un documentario in cui Moretti si mostra pochissimo, preferendo lasciare la parola agli intervistati che, ogni tanto, lui incalza fuori campo, mostrando chiaramente la sua imparzialità.
Le emozioni che vengono fuori dalle dichiarazioni fanno salire di livello il film, che da asettico diventa profondamente sentimentale e crea grande pathos.

L’Italia degli anni Settanta era il paese dei miei sogni, girando per il paese oggi ritrovo i peggiori difetti del Cile.

È questo il momento in cui, alla fine del film, con tanto di fermo immagine, un rifugiato cileno sveglia lo spettatore.

Articolo a cura di Federica Gandolfo