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Roma 15- Palm Springs

La commedie indie Palm Springs- Vivi come non ci fosse un domani, dopo il Sundance Festival, approda anche Roma Film Festival 2020, portando un’aria di freschezza e positività in un periodo in cui sicuramente si sente il bisogno di queste componenti.

Per Nyles il 9 Novembre  inizia svegliandosi in una grande letto a Palm Springs, mentre la fidanzata Misty si prepara a festeggiare il matrimonio di un’amica tra piscine e paesaggi desertici. Il matrimonio imminente sembra per Nyles un momento privo di qualsiasi importanza e tra momenti imbarazzanti e discorsi profondi ma privi di qualsiasi reale interesse, Nyles fa la conoscenza di Sarah, sorella della sposa. Quando la ragazza lo seguirà all’interno di una grotta in mezzo al nulla, suo malgrado, Sarah scoprirà di dover rivivere con Nyles il 9 Novembre all’infinito, senza soluzione di continuità.

E’ un parere ormai comune che Palm Springs sembri quasi ricalcare la falsa riga di Ricomincio da Capo, celebre cult movie del 1993. Essendo tale, ha come caratteristica peculiare quella delle classiche commedie americane, primo fra tutti, il matrimonio. Una situazione amata e tipica di ogni cult che si rispetti. Amore, tradimenti, gag comiche e rivelazione di segreti. Palm Springs prende questi elementi e li rimescola in modo molto originale all’interno del contesto dei loop temporali. 

Molti tratti comuni anche con Russian Doll, serie tv Netflix, dove la protagonista Nadya è costretta a rivivere sempre la stessa giornata. In storie del genere, sono i personaggi dall’animo più tormentato a essere protagonisti di queste situazioni estreme.  Si ritrovano catapultati in questo loop senza inizio e senza fine, cercando di uscirne prima, e di risolvere i propri traumi dopo. Un circolo infinito che si ripete, in cui vita e morte coesistono come un unicum e ciò provoca una sorta di arrendevolezza nei personaggi, che non cercano più di trovare il modo di evadere dal loop, ma indagano il proprio animo.

Come nel caso di Nadya, anche per Nyles e Sarah si prospetta un orizzonte simile. La paura maggiore non è più rimanere incastrati nella stessa giornata per sempre, ma dover affrontare tutti i problemi che quella giornata stessa comporta. Palm Springs mette in scena il paradosso del paradosso: il loop temporale diventa opportunità e non più un problema. In questo  è sicuramente una commedia fortemente riuscita e contemporanea.

Nyles e Sarah rappresentano un po’ la nuova società bloccata all’interno di un loop con giornate che si ripetono sempre uguali a se stesse. L’agonia, il senso di malessere trovano all’interno di questo ciclo, una possibilità di risoluzione, essendo il ripetersi degli eventi, quasi una sorta di seduta di terapia. Riviviamo ciò che facciamo e guardiamo ciò che siamo.

Palm Springs insegna che non possiamo rimanere intrappolati nella nostra zona sicura, dove tutto si ripete sempre uguale. E’ necessario uscire e affrontare i propri demoni, da soli e allo stesso tempo insieme. Nyles diventa quasi il Virgilio di Sarah in questo viaggio verso l’infinito. Le mostra come sfruttare ogni giornata e come in realtà non sia così noioso rimanere all’interno del loop. Qui il film si avvia nella sua parte più comica.

Quando i sentimenti dei protagonisti evolvono, però, cambia anche il modo in cui entrambi vivono il loop e lo affrontano.

Le gag sono fresche e divertenti, i personaggi ben caratterizzati e inseriti in un contesto affascinante quale il deserto di Palm Springs, tanto maestoso quanto solitario. Tutto sembra funzionare ed essere ben studiato all’interno di questa particolare commedia. Unico neo è un finale forse arrivato velocemente e dall’impatto forte ma non allo stesso livello di tutto il resto della pellicola.  Molto di ciò che si vede in Palm Springs è “già visto”, ma si tratta di elementi che ricorrono nel genere, la chiave sta nel saperli disporre in modo sempre diverso.

Il vero problema è una finale che forse svela troppo, già preannunciato dagli eventi. Forse terminare la pellicola pochi secondi prima della scena effettivamente finale, avrebbe potuto eliminare il sentore di “già visto”.

Decisamente ottime le prove dei protagonisti, pilastri della commedia. Andy Samberg dopo aver vinto il Golden Globe, si distacca dal suo ruolo in Brooklyn Nine-Nine, per vestire i panni di un innamorato un po’ eccentrico e miscredente, ma allo stesso tempo tenero e genuino.

Personaggio che gli sta molto bene e che ben si sposa con una controparte determinata e problematica come Cristin Miloti. Volto già noto grazia a How I met Your mother, la Miloti interpreta un personaggio diverso rispetto a quello seriale, tendente a nascondere le sue fragilità attraverso freddezza e paure, ma dalla crescita impressionante. Da non dimenticare JK Simmons, la cui presenza dona un tocco in più alla storia.

Palm Springs nasce come commedia romantica americana, che si connota di tratti fantascientifici non fini a se stessi, ma che mirano piuttosto a far riflettere sulle nostre relazioni e i nostri sentimenti. A prescindere da qualunque difetto soggettivo che possa avere, si tratta comunque di una commedia gradevole, che in un periodo triste come quello che stiamo vivendo, può aiutare a dare una chiave di lettura più leggere, su come ognuno di noi oggi stia affrontando il proprio  limbo personale e come sia possibile uscirne.

Ospite al Roma Film Festival, Palm Springs vi aspetta nelle sale dal 22 Ottobre.