Danny Rand è Iron Fist, eroe minore -perlomeno tra i meno noti dell’universo Marvel-; in estrema sintesi, un ricco orfanello che viene cresciuto da una setta di monaci guerrieri. Questo particolare curriculum lo renderà allo stesso tempo miliardario e detentore dell’ Iron Fist, pugno devastante che può scagliare concentrando il suo Ki
Fin qui tutto bene. Ora, tutti si chiedono: ma la serie di Iron Fist fa così schifo?
C’è un’obiettiva corsa all’insulto verso l’ultima opera Marvel/Netflix, così come ci sono obiettivi punti deboli nella serie.
Alcuni non sono esclusivi di Iron Fist: c’è un pò di complesso del villain moscio; praticamente una costante nei film Marvel, si sta manifestando regolarmente anche nelle serie, con la formula ‘cattivo minore + cattivo finale’ in cui a volte il primo è meglio gestito del secondo… Ther Punisher > The Hand, Cottonmouth > Diamondback; qui senza spoilerare, si rimpallano diversi cattivi, restando tutti poco impressionanti.
Non va molto meglio lato character, per diversi motivi:
Il protagonista per quanto sia orfano e con un passato complesso alle spalle, Danny è figo, miliardario, mena come un fabbro e raramente ha le idee chiare in mente: non proprio un outsider per cui empatizzare come i suoi colleghi con problemi sociali, di salute, dipendenze e abusi…
Scrittura Iron Fist soffre di una storia e di dialoghi abbastanza pigri. Si parla di Ki bruciato da cattivi pensieri, uccidere è giusto/ uccidere è sbagliato; e soprattutto le sterili scaramucce della famiglia Meachum
Ma Iron Fist non è neanche una mondezza immane come buona parte dell’ Internet sta dichiarando. Colleen è stupenda, ben scritta, un personaggio cui viene data la giusta profondità e obiettivamente in alcune scene è meglio coreografata del protagonista; le scene action sono abbondanti, dopo i primi episodi non latitano di certo; c’è anche una discreta mole di sangue che a tratti non ti aspetti.
A tutti gli effetti, la vera colpa di Iron Fist è di aver alle spalle degli eroi precedenti che hanno alzato l’asticella. Ad oggi, il diavolo di Hell’s Kitchen resta imbattuto per pathos e scene action (re incontrastato delle mazzate nei corridoi, aggiungerei). Ma l’ultimo Defender non merita la gogna.