L’adolescente Oscar, per difendere la sua amica del cuore Loux, commette un omicidio efferato e fugge dalla campagna verso la città di Tulsa.
Grazie ad una sua coetanea di nome Peaches, si unisce ad alcuni giovanissimi delinquenti del posto. Insieme commettono furtarelli per riuscire a sbarcare il lunario. Una piccola ma pericolosa banda di strada controllata da alcuni loschi figuri come Birdie (Ron Perlman) e in combutta con la polizia locale. 15 anni dopo ritroviamo Oscar (Michael Pitt) nella stessa situazione.
Ora è lui a fare da mentore per le nuove reclute. Ormai uomo insegna come rapinare la gente per strada o alzare la posta facendo un’incursione in un supermercato locale. Insieme a lui c’è sempre Peaches (Dree Hemingway), ora provocante e complessata ragazza che si esibisce come spogliarellista. C’è sempre Birdie che non si sporca le mani con le armi, ma commissiona omicidi e rapine, manipolando i ragazzi. Intanto il passato torna a bussare alla porta di Oscar quando in città arrivano Loux e Amos, i suoi due amici d’infanzia, che hanno passato gli ultimi anni a cercarlo disperatamente.
Opera seconda del regista John Swab, dopo Let Me Make You a Martyr (con la rock star Marilyn Manson), Run with the Hunted è ambientato a Tulsa.
La città in passato ha ospitato film come I ragazzi della 56ª strada (The Outsiders) e Rusty il selvaggio (Rumble Fish), entrambi diretti da Francis Ford Coppola ed entrambi tratti dagli omonimi romanzi della scrittrice americana Susan Eloise Hinton. Non è un caso. Il regista e sceneggiatore Swab ci tiene a rimarcarlo facendo leggere al suo protagonista proprio le avventure di Rusty James, sedicenne, leader di una piccola gang che operava proprio nella poco rassicurante città in Oklahoma. Swab pone Oscar al centro della vicenda e si prende la responsabilità di strutturare un anomalo indie movie violento e disturbante. Il regista tiene a debita distanza lo spettatore caratterizzando il meno possibile i suoi personaggi. Non aiutano i buchi nella sceneggiatura, approssimativa e confusa.
Ma c’è qualcosa in questo Run with the Hunted che va ben oltre i suoi limiti narrativi e i suoi demeriti comunicativi.
Parliamo di una “dote della disperazione” come dice lo stesso Birdie. Un’aderenza fastidiosa e respingente alla realtà grigia e desolante dei personaggi e del contesto in cui essi agiscono. Una sorta di nichilismo arakiano e generazionale, “Totally Fucked Up” che sembra voler indagare sui germi del disagio giovanile che porta l’adolescente a cercare disperatamente un amore fraterno, per compensare quello familiare.
Una ricerca disperata, contraddittoria e autolesionista che si manifesta nella discussa e discutibile scena finale tra Oscar e Peaches.
Difficile valutare un film tanto imperfetto e ambizioso. Possiamo solo rinviare il giudizio su questo autore alla sua prossima prova.
Distribuito in Dvd dalla Eagle Pictures