Home Speciale FESTIVAL Roma 14 – Nomad: sulle tracce di Bruce Chatwin

Roma 14 – Nomad: sulle tracce di Bruce Chatwin

“Cristo portava una veste senza cinture”. Queste sono le ultime parole appuntate da Bruce Chatwin scrittore e viaggiatore britannico che con Werner Herzog ha stretto una lunga amicizia.

A questo immenso artista ed essere umano, il regista e documentarista tedesco ha dedicato il meraviglioso Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin. Prima pellicola proiettata alla Festa del Cinema di Roma 2019, il documentario è la storia di un’ossessione: l’ossessione di stare fermi. Per ricordare l’amico Herzog, 30 anni dopo la morte dello scrittore ripercorre alcune tappe di un viaggio personale e intimo, ispirato dalla comune passione per la vita nomade.

Una strada lungo la quale il regista tedesco esplora il sacro potere delle tradizioni aborigene.

Sempre zaino in spalla, lo stesso che in punta di morte lo scrittore regalò a Herzog. Quel pezzo di pelle che di cose, persone e paesaggi ne ha visti a migliaia. Lo stesso zaino che Herzog affida a Vittorio Mezzogiorno in una scena del Grido di pietra (Cerro Torre: Schrei aus Stein) pellicola del 1991 diretta dal regista tedesco. Intanto il documentario si muove tra il Sud America, dove Chatwin ha scritto In Patagonia. Viene spesso citato il celebre diario di viaggio che l’autore scrisse nel 1977. Opera che senza alcun dubbio lo ha decretato caso letterario, tra animali estinti e miti al confine del mondo.

Quindi Il viceré di Ouidah dove la testimonianza del regista e il voice over con le parole di Chatwin inquadrano l’irrequietezza come risposta alla tirannia della vita domestica. Quindi in Australia dove Herzog e Chatwin si sono incontrati per la prima volta.

All’austera mise en scène Herzog unisce un tono confidenziale, frutto della sincera amicizia che lo legava a Chatwin.

Intimo e pudico nel ripercorrere gli ultimi giorni di vita dello scrittore, morto a Nizza per le complicazioni dovute all’AIDS a soli 48 anni. Sempre con dolce e sentita commozione Herzog affronta anche il Chatwin “marito”, intervistando Elizabeth Chanler, che Chatwin sposò all’età di venticinque anni, dopo averla conosciuta da Sotheby’s. Un racconto intimo e personale di uno dei più importanti scrittori del XX secolo. Un documentario che rappresenta anche un viaggio parallelo tra i due artisti, da libro a film, riflettendo sull’autenticità dell’arte, come ossessione ma anche necessità esistenziale.

Non poteva esserci modo migliore per aprire la Festa del Cinema di Roma.