Home Rubriche Oriente Gangster hongkongesi: Election di Johnnie To (2005)

Gangster hongkongesi: Election di Johnnie To (2005)

Election, diretto da uno dei più importanti registi hongkongesi moderni, Johnnie To, è un film di gangster che affonda le proprie radici sia nel cinema occidentale, sia in quello d’azione orientale. Una delle triadi di Hong Kong si sta avvicinando al momento dell’elezione del nuovo presidente. I due candidati sono Lam Lok, calmo e calcolatore, e Big D, impulsivo e violento. Il film ruota attorno a vicissitudini tipiche del cinema di gangster e attorno al ritrovamento del bastone che spetta al presidente.

Il momento dell’elezione del nuovo presidente.

Moltissime sono le citazioni a film come quelli della trilogia de Il Padrino, come la caratterizzazione dei due candidati: Lok è simile a Michael Corleone, calmo prima di diventare padrino e, in seguito, spietato, mentre Big D ricorda molto Santino, la cui ferocia impulsiva non gli porterà molta fortuna. La scena iniziale è girata come quella incipitaria de Le Iene, dei gangster seduti attorno ad un tavolo e la macchina da presa che ruota attorno a loro. Questi sono solo un paio di esempi ma le citazioni sono assai più numerose.

Johhnie To porta sui nostri schermi un film estremamente violento, a tratti; un film in cui il sangue e la crudeltà sono dei pedoni su una scacchiera chiamata “rispetto”. Uno dei personaggi ripete spesso, quando viene assalito, che “chi tradisce merita una morte orribile”. La fedeltà e il rispetto per il padrino vengono prima della propria vita, una filosofia che ricorda quella del bushido, il codice dei samurai. Il gangster, dunque, come un samurai. Ma molto, molto più spietato e crudele.

Lam Lok (Simon Yam), il nuovo presidente della Triade.

To ritrae un mondo della criminalità organizzata hongkongese profondamente negativo, in cui la vita non ha alcun valore e il rispetto è solo in apparenza un’”àncora di salvezza”. Se hai rispetto per il padrino potresti vivere. Ma potresti anche venire brutalmente assassinato. Mentre i film di gangster occidentali danno, solitamente, un certo fascino al mondo della criminalità, Election lo mostra come un mondo di mostri privi di una vera e propria morale.

Articolo a cura di Federico Querin