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Fantascienza cinica e scorretta: Rick and Morty

Oggi voglio insegnarvi una ricetta un po’ particolare, non troppo complicata ma estremamente gustosa. Prendete carta e penna. Fatto? Bene. Allora, in una ciotola da 20 minuti mettete un po’ di Futurama e un pizzico di Ritorno al futuro, dopodiché aggiungete una spruzzatina di I Griffin e mescolate il tutto. Se avete seguito per bene questi pochi step, otterrete un qualcosa di fantastico: Rick and Morty. Questa è, senza troppi giri di parole, una delle serie più geniali degli anni 2000, se non addirittura di sempre, e non solo in rapporto ai prodotti d’animazione. Questa opera d’arte schizzata ha tutto ciò che si può desiderare da un prodotto televisivo: ha momenti di comicità allucinante, battute graffianti, sleali e non-sense in stile Griffin, critica indirizzata a diversi aspetti della vita, dalla società alla famiglia allo spettacolo. Creata da Dan Harmond e Justin Roiland, Rick and Morty è una di quelle serie che dovrebbero essere obbligatorie da vedere per chiunque abbia un abbonamento Netflix.

La storia, arrivata alla seconda stagione, racconta delle avventure galattiche a spasso nel multiverso di Rick, uno scienziato pazzo, nel vero senso della parola, assuefatto agli alcolici ed estremamente scontroso nonché al limite dell’anaffettivo, e del nipote Morty, un ragazzino tonto e insicuro di sé che spesso e volentieri prova a svolgere il ruolo del grillo parlante con il nonno, venendo però solitamente ignorato da quest’ultimo. Quando non sono in giro per l’universo ad affrontare mostri bizzarri e terrificanti, sono a casa con la loro famiglia, composta dalla figlia di Rick, Beth, una donna maniaca del controllo e autoritaria con il marito, Jerry, l’”uomo di casa” che viene maltrattato da tutti, tanto dai figli quanto (e soprattutto) dal suocero, e Summer, la classica adolescente superficiale e insopportabile. Oltre alla famiglia di Morty, tutta la serie presenta innumerevoli personaggi di contorno memorabili e forieri di situazioni sempre originalissime ed estremamente divertenti.

I due protagonisti della serie.

La serie non si prende troppo tempo per presentarci il proprio spirito acido e cinico: sin dal primo minuto del primo episodio della prima stagione, ci vengono presentati i personaggi senza fronzoli e già sappiamo che tipo di prodotto sarà. Veniamo subito catturati dalla carica comica e completamente (perdonatemi il termine molto poco elegante) fottuta che non scema mai durante il corso di tutti e 21 gli episodi complessivi, 11 della prima stagione e 10 della seconda. Anzi, più passano le puntate, più il livello di genialità contorta aumenta, fino a raggiungere livelli di bizzarria e follia veramente ineguagliabili: un esempio può essere un episodio della seconda stagione in cui, senza fare troppi spoiler, Rick e Morty entrano in una batteria che contiene un universo (il Microverso) con una popolazione creata apposta per generare energia per la batteria e uno scienziato di questo popolo ha creato un altro universo (il Miniverso) per produrre energia per il proprio mondo e la stessa cosa si ripete ancora una volta, con l’Universino. Una matrioska di universi solo per produrre energia per una batteria. E questo è solo uno dei moltissimi esempi di trovate narrative geniali e spassosissime.

I personaggi, sia i principali che la maggior parte dei secondari, non sono mai statici ma sempre in evoluzione. Morty, in particolare, è quello che cresce maggiormente, passando da essere un fifone buono a nulla ad un ragazzo abbastanza sicuro di sé, tanto da arrivare a fare anche gesti orrendi che riescono a sorprendere addirittura l’immorale, sregolato e disinibito nonno. Rick è l’esatta antitesi del nipote, che cerca sempre di trovare il buono in ogni essere: lo scienziato agisce senza curarsi di eventuali effetti collaterali e senza preoccuparsi di causare dolore e sofferenza agli altri. È un tremendo egoista che valuta come inutile l’esistenza e, proprio in relazione a ciò, si comporta come descritto. Rick è un genio e sa alla perfezione di esserlo ma non sfrutta la propria intelligenza per aiutare la propria famiglia o, in generale, altre persone e, quelle rare volte in cui lo fa, le conseguenze sono sempre catastrofiche e rischiano di far estinguere l’intero genere umano, spesso e volentieri.

Infiniti universi, infiniti Rick.

Rick and Morty è, dunque, una serie animata malata e schizzata, assolutamente inadatta ad un pubblico infantile, tanto per il linguaggio molto (forse, a tratti, anche troppo) scurrile, quanto e soprattutto per l’estrema complessità dei singoli episodi e le chiavi di lettura non sempre immediate, che rendono l’opera in questione una delle serie animate per adulti più complete e articolate di sempre. Un capolavoro dell’animazione seriale da non perdere, capace di far morire dalle risate e di far impressionare chi ha lo stomaco un po’ delicato. Un’opera indimenticabile che diventa come una droga per chi riesce a farsi prendere dalle sua storie. Se siete come me, non avrete bisogno di più di due giorni per finirla tutta.