Will ha sempre sognato di sfondare nel mondo del cinema, ma la sua carriera è rimasta legata all’insignificante coniglione verde che lui stesso impersonifica in uno show televisivo per bambini. Nel giorno del suo 40 esimo compleanno però, grazie ad un clamoroso equivoco che lo farà sembrare morto agli occhi di tutti i suoi conoscenti e familiari, Will avrà l’occasione di ricominciare una nuova vita, nelle vesti…..dell’indiano Vijay, un Sikh elegante e distinto.
Forse più adatto al piccolo che al grande schermo questo “Vijay – Il mio amico indiano” di Sam Garbaski, autore in passato di un film molto coinvolgente come “Irina Palm, il talento di una donna inglese”, ma comunque godibile, e che riporta in auge il tema tanto classico della “maschera” con un buon coinvolgimento dello spettatore grazie alle vicende del doppio personaggio Will/Vijay. Il regista si rifà un po’ alla letteratura (non può non venirci in mente il “Fu Mattia Pascal” di Pirandello), e un po’ a vecchi lavori cinematografici in cui il protagonista indossava letteralmente una maschera per rimanere accanto ai suoi cari, seppur con un’altra identità (“Tootsie” o “Mr. Doubtfire”).
Will, nei panni di Vijay riesce finalmente ad essere accettato da coloro che prima vedevano in lui solo difetti o cose negative, e finalmente, dopo tanti tentativi falliti di sfondare nel mondo del cinema, crea lui il suo spettacolo personale, e la recita che egli mette in scena è davvero impeccabile.
Nella parte centrale il film si perde un po’, la trama ha qualche forzatura, ma la parte iniziale e quella finale riescono a salvare questa commedia dell’equivoco in cui troviamo il tedesco Moritz Bleibtreu (già apprezzato in pellicole come “The Experiment”, “Munich” e premiato con l’Orso d’Argento per “Le particelle elementari”) nel doppio ruolo Will/Vijay e una Patricia Arquette che anche con qualche anno in più conserva sempre un discreto fascino.