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Shoes – Scarpe demoniache nel mondo horror

In Her Shoes

Bambole diaboliche, quadri maledetti, libri demoniaci, oggetti inanimati che prendono vita. Tutti elementi usati e stra-riciclati nell’ambito del cinema dell’orrore, ma non solo. Dalla letteratura all’immaginario orrifico musicale. Attraverso l’arte illusoria e un buon lavoro nella creazione della suspense, gli artisti- e autori- son stati capaci di instillare la paura nello spettatore (lettore e ascoltatore) anche attraverso oggetti impensabili.

Se il buon Poe riusciva a rendere raccapricciante un semplice ritratto di donna catapultando in esso il riquadro della Morte, registi come Carpenter, Silverstein e Spielberg sono stati capaci di trasportare il Male puro in un semplice veicolo (comune e familiare come una semplice automobile), o come Holland ha fatto con la sua Bambola Assassina e Gordon col cult Dolls, oggi si espande questa creativa visione adattandola ai giorni nostri col mondo virtuale e tecnologico.

Shoes
Una scena tratta da Shoes di Ray Kermani.

C’è stato, però, qualcuno, ad aver sfruttato un oggetto inusuale come simbolo demoniaco e ne ha fatto proprio tratto distintivo. Cavalcando l’idea di Kim Yong-gyun e del suo The Red Shoes del 2005- riadattamento in chiave horror della celebre fiaba di Hans Christian Anderson, noto per il classico Scarpette Rosse del 1948-, Ray Kermani, Kevin Mendiboure e Stanley Azarcon hanno incentrato i loro cortometraggi su questo tema inusuale e poco tracciato nella cinematografia horror: quello delle scarpe demoniache.

L’australiano Azarcon, con The Thrift, mostra un corto simpatico e dai tempi ben scanditi in cui un operaio è vittima di fenomeni paranormali. Meno breve e decisamente più allettante il corto francese The Shoes di Kevin Mendiboure. Stavolta la vittima di un misterioso paio di scarpe è un giovane ragazzo rimasto intrappolato in un ascensore.

La regia propulsiva di Mendiboure trasporta lo spettatore in un’ambigua storia in cui orrore e fantasy si fondono completamente. Questo, però, senza tralasciare un sottile- e satirico- messaggio di natura sociale.
The Shoes
Una scena di The Shoes di Kevin Mendiboure.

Ma è Ray Kermani che fissa un’impronta salda e impernia la sua trilogia su delle scarpette da flamenco demoniache. Shoes, primo capitolo, si presenta come il più acerbo- ma anche più ansiogeno- dei tre. In esso la protagonista è una donna intrappolata in una cantina. Nel secondo corto, Little Shoes, la vittima è una futura mamma che riceve misteriosamente un paio di scarpe in regalo.  Tuttavia il capitolo migliore è il terzo, In Her Shoes, ambientato in un cimitero. Questa volta sarà una dolce bambina di sette anni a partecipare ad un inaspettato gioco con il Male.

Attraverso il vedo-non vedo e la componente infantile, il talentuoso regista belga smuove le corde dello spettatore, mettendo in scena l’orrore con una messa in quadro raffinata, algida e a dir poco impeccabile. Kermani affina qui il suo stile creando un vero e proprio gioiello dell’horror odierno, in cui è chiaro un fondamentale messaggio sull’attitudine di natura antropica: il male- interiore o esteriore, astratto o tangibile- sa prendersi gioco della vulnerabilità umana.

I cortometraggi sono disponibili con sottotitoli italiani dalla nuova piattaforma di streaming internazionale HODTV, promotrice di film horror e thriller indipendenti al seguente link: https://hodtv.net/?idpr=C2G0C

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