70 anni sempre a testa altissima quelli di Sylvester Stallone o di Sly, come affettuosamente lo chiamano gli amici.
Anche per noi cinefili Stallone è un amico e anche più, un’icona che come il più celebre dei suoi personaggi ha preso il brutto e il bello della vita, ha incassato i colpi ed è andato avanti, rialzandosi ogni volta.
La tenacia, la resistenza è una costante del suo percorso, quella testardaggine che lo portò a non vendere la sceneggiatura di Rocky, che celebra i 40 anni dall’uscita, finchè i produttori non si convinsero ad affidargli il ruolo da protagonista.
Perché Sylvester Stallone è, nonostante lui stesso dica “la mia vita è fatta per il 96% di fallimenti e per il 4% di successi, l’esempio vivente di come la passione e l’impegno siano ingredienti essenziali a cui ogni artista non dovrebbe mai rinunciare.
E lui non l’ha fatto, anche quando i detrattori lo hanno denigrato, sbeffeggiato ogni qual vota è tornato in ruoli storici o personaggi inadatti, per molti, alla sua età.
Ha continuato a correre senza fermarsi dinanzi ai muri delle critiche.
Le sue risposte arrivano sempre dallo schermo, come nell’ultimo Creed – Nato per combattere, primo film della saga di Rocky e dintorni di cui Stallone non è sceneggiatore.
Una performance di rara sensibilità quello di Sly che gli è valsa numerosi riconoscimenti (su tutti il Golden Globe) e che ci ha visto tifare e sperare nella notte degli Oscar di vederlo con in mano la statuetta di miglior attor non protagonista, andata poi a Mark Rylance per Il Ponte delle Spie.
Peccato, perché non si trattava solo di un omaggio, ma del giusto riconoscimento ad una prova attoriale coinvolgente.
Statuetta o no, per noi Sylvester Stallone è un simbolo, un’immortale, uno Stallone Italiano.
Tanti Augurii da Jamovie Sly.