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SHAPES di NicolaPegg

Una giovane donna si risveglia, stordita e in stato confusionale, sul palco di una buia sala teatrale. In fondo alla sala intravede l’ombra di una strana e inquietante figura umana, che rimane ferma a fissarla…

Ultimo cortometraggio, di quasi 10 minuti, del prolificissimo giovane regista trevigiano Nicola Pattaro, in arte NicolaPegg. SHAPES (che in inglese significa “forme”) comincia con la frase “where is your semplicity?” (“dov’è la tua semplicità?”), dando così già dall’incipit una certa direzione al messaggio della sua opera. E si chiude con una frase di Charles Bukowski (artista, a dir la verità, fin troppo citato in generale…) che ci illumina definitivamente sul significato di SHAPES. NicolaPegg ci parla, attraverso le sue immagini in bianco e nero, della difficoltà dell’essere umano di dover sopportare il peso di portare quotidianamente delle maschere. Delle maschere che ci permettono di “stare in società”, ma che soffocano inevitabilmente il nostro Io, il nostro vero essere. Con la conseguente perdita della semplicità, che affoga nella falsità e complessità insita nella maschera che ogni persona mostra agli altri.

La regia di NicolaPegg riesce a comunicarci perfettamente questo tipo di ansia, tipica della civiltà odierna. Tutti i comparti tecnici concorrono al risultato che si era prefisso il regista trevigiano. Il montaggio, preciso e funzionale alla storia. Ma anche la fotografia, fatta di semplici ma efficaci giochi di luci ed ombre. La location, il teatro comunale di Vedelago, azzeccatissima. Ed infine la scelta della protagonista, una intensa e perfetta Martina Carniato. Con SHAPES NicolaPegg conferma una felice evoluzione del suo cinema che, seppur con pochissimi mezzi, fa passi da gigante sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista dei contenuti.