Sulla riuscita tanto critica quanto commerciale di una pellicola di James Mangold come Logan – The Wolverine, il terzo film solitario dell’icona Marvel impersonata per quasi 20 anni da Hugh Jackman, ci sono davvero pochi dubbi e, considerato il CV del regista citato, non bisogna stupirsi se anche lui sia stato interpellato sulla questione Martin Scorsese e i cinecomic.
James Mangold, nelle scorse settimane, è stato impegnato nella promozione di Le Mans ‘66 – La Grande Sfida (in originale Ford v. Ferrari), il lungometraggio prodotto dalla 20Th Century Fox, lo studio diventato proprietà della Disney, la stessa major che possiede quei Marvel Studios finiti sul banco degli imputati per le ben note critiche di Martin Scorsese.
È anche per questo che il filmmaker è finito per affrontare la tematica in un’intervista a Uproxx.
Secondo James Mangold, il celebre collega Martin Scorsese ha avuto un’uscita ingiusta nei riguardi della Marvel e che, semmai, si tratta di una lettura che può essere pertinente se applicata a un contesto produttivo generale fatto solo di grandi IP.
Penso che la questione non sia tanto nei termini di fonte fumettistica o meno, quello che conta è la libertà creativa che che un autore può avere in quella specifica arena e, per quel che mi riguarda, io sono stato libero di fare quello che volevo con Logan, al 100%. Chiaramente non penso che abbia visto molti di questi film.
Che è l’unica parte tragica della sua dissertazione.
Ma poi la realtà dei fatti è quella di cui parla lui e si tratta di una cosa che non ha a che fare solo con quello specifico filone di film.
È un discorso trasversale. Vedo commedie di me*da fatte solo per i soldi.
Vedo film romantici di me*da fatti solo per i soldi.
Vedo quintali di film d’avventura fatti solo per i soldi.
Robe che sai che sono state testate col c*lo attraverso tutto quel processo fatto di riprese aggiuntive, finali aggiuntivi e ciliegine varie ed eventuali sulla torta. Un iter che non è un’esclusiva dei cinecomic.
È un modo di fare tipico del filmmaking mainstream delle corporation e dipende da gente come lui – o me nei limiti del possibile – e altri ancora respingere questo modo di agire in qualsiasi genere cinematografico si stia lavorando.